Studenti occupano l’ex provveditorato di Treviso e protestano: “La Dad non è diritto all’istruzione”

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Un gruppo di studenti ha occupato fin dalle prime ore di questa mattina l’ex sede del provveditorato all’istruzione di Treviso di proprietà della Provincia.

All’interno della struttura di via Sartorio, nel quartiere di san Pelajo, i ragazzi hanno predisposto banchi e sedie per seguire le lezioni a distanza, mostrando come secondo loro si possa tornare a scuola in sicurezza e, come nella provincia, ci siano numerosi spazi abbandonati dove poter costruire nuove classi e istituti.

Nella provincia di Treviso sono numerosi le zone che possono essere riqualificate, – spiega uno dei coordinatori dell’associazione studenti medi – e non si può parlare di ritorno a scuola in sicurezza senza nuove strutture, un piano di trasporti adeguato e uno screening costante a professori e studenti”.

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La scuola sicura non si chiude” è lo slogan che appare su alcuni striscioni appesi alle finestre della struttura: all’interno i giovani spiegano come la loro richiesta non sia tanto quella di tornare a scuola immediatamente ma quella di tornarci in modo sicuro e definitivo.

I soldi per mettere in sicurezza le strutture ci sono – spiega una ragazza – ma sono stati spesi in maniera sbagliata: chiediamo che le scuole vengano messe a norma, che siano garantiti nuovi spazi, perché solo a quel punto potremo tornare in classe”.

Sulla base della loro teoria proprio la mancanza di una pianificazione ha costretto gli studenti alla didattica a distanza. A detta di molti di loro inutile e alienante: “La dad non è diritto allo studio, non ci garantisce un apprendimento. È una lezione frontale che punta solamente al nozionismo e non alla nostra crescita personale, cosa che avviene solamente con il confronto giornaliero con professori e compagni”.

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Costante all’esterno della struttura il controllo da parte degli uomini della questura di Treviso mentre il direttore generale della Provincia, Carlo Rapicavoli a seguito della segnalazione di effrazione e occupazione della proprietà, è entrato all’interno accompagnato da alcuni studenti per verificare che non siano stati recati danni.

“Sappiamo bene che è un anno difficile per il mondo della scuola, ma le proteste non si fanno così. Vanno fatte restando nei limiti della legalità, senza inutili occupazioni o danneggiamento di edifici pubblici”: questo il commento di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso.

“Spiace che sia stato preso di mira proprio un edificio di proprietà della Provincia, un ente che ha investito 5.800.000 euro soltanto per gestire l’emergenza covid-19, garantendo uno spazio sicuro a ogni studente della Marca Trevigiana e realizzando in meno di due mesi due nuove scuole a Treviso e Castelfranco, azioni che nessuno in Italia ha fatto”.

I ragazzi sostengono che oggi sia l’inizio di una cosiddetta “settimana di mobilitazione studentesca” ma le forze dell’ordine sono già a lavoro per accertare eventuali sanzioni e la provincia di Treviso si riserva si intraprendere azioni legali in seguito al danneggiamento della porta di ingresso e all’occupazione abusiva di un edificio di loro proprietà.

(Fonte: Simone Masetto © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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