Viaggio nella comunità induista dell’Alta Marca, alla “notte religiosa” fedeli anche da Santa Lucia e Conegliano

Si è svolta lo scorso sabato 17 novembre una veglia per la “notte religiosa” all’interno del tempio induista di Lutrano di Fontanelle in via Bosco 56. I festeggiamenti sono andati avanti fino alle prime ore di domenica mattina e hanno coinvolto centinaia di fedeli indù provenienti non solo da diversi comuni dell’Alta Marca, ma anche dal Friuli Venezia Giulia e da altre province venete.

Il “Maa Durga Shakti Mandir”, questo il nome scelto dalla comunità induista per il loro tempio, è l’unico tempio induista ufficiale della provincia di Treviso e uno dei pochi presenti in Veneto. Si annoverano comunità induiste importanti anche nella provincia di Vicenza, in particolare nel comune di Arzignano, e nei principali capoluoghi di provincia veneti.

Provenienti in particolare dallo stato del Punjab, nel nord ovest dell’India, gli indiani che vivono nella provincia di Treviso sono ormai una presenza fissa da diversi anni. Si tratta di una delle comunità straniere più integrate e pacifiche del Veneto. Queste persone, inserite da anni nel tessuto produttivo ed economico della nostra regione, lavorano principalmente nel settore agricolo e nelle industrie mentre una piccola minoranza opera nel campo della ristorazione. Si tratta di comunità che cercano l’integrazione ma hanno un profondo attaccamento per la loro identità culturale e le loro religioni. Le religioni seguite dagli indiani che vivono nella nostra regione sono in particolare l’induismo, il sikhismo, l’islam e il cristianesimo.

L’interesse degli italiani e dei veneti per le culture e le religioni orientali è cresciuto sempre di più e lo dimostra il successo della manifestazione “Festival dell’Oriente”, che si tiene ogni anno in dicembre alla fiera di Padova. Alla festa di sabato hanno partecipato soprattutto i membri delle comunità induiste e sikh della provincia di Treviso, con fedeli provenienti principalmente da Santa Lucia di Piave, Oderzo e Conegliano. In ogni caso, tutti gli interessati potevano tranquillamente partecipare alla festa senza distinzione alcuna di fede o di nazionalità.

Il tempio di Lutrano è aperto da pochi anni perché in precedenza gli indiani trevigiani si trovavano nella vecchia struttura di Ponte di Piave. L’induismo, a differenza di ciò che comunemente si pensa, è una religione monoteista che vede nella devozione alle singole “divinità”, magistralmente rappresentate dalle splendide statue e dall’iconografia tradizionale indiana, solo un aspetto in cui questa fede millenaria manifesta tutta la sua straordinaria sensibilità spirituale.

I valori cardine di questa religione, che gli induisti preferiscono chiamare “Sanatana Dharma” (che si può tradurre con ordine eterno), sono non violenza, pace, rispetto per la natura e per gli animali. All’interno dell’induismo non esistono forme particolari di proselitismo e riscontriamo un grande rispetto per le altre tradizioni religiose e una vocazione sincera al dialogo interreligioso ed interculturale. Il Parlamento italiano, l’11 dicembre del 2012, ha ratificato l’intesa con l’Unione Induista Italiana, realtà che riunisce e rappresenta le comunità induiste presenti in Italia, conferendo dignità giuridica a questo culto.

Himanshi, giovane ragazza induista residente ad Oderzo, ha raccontato: “Qui al tempio di Lutrano mi sono riappropriata delle mie radici indiane. Avendo vissuto tanti anni in Italia non mi era stato possibile conoscere la mia cultura d’origine e mi sentivo scollegata dalla mia storia”. 

“Grazie a feste come questa – prosegue Himanshi – gli indiani induisti che vivono in Italia possono portare avanti le loro tradizioni senza dimenticare di rispettare la cultura e le leggi italiane. Sono orgogliosa di essere indiana e sono fiera del senso di attaccamento di noi indiani alla nostra religione e alla nostra cultura. Invito gli italiani a conoscere la nostra realtà e aspetto al tempio tutti gli interessati ogni domenica mattina quando ci troviamo per pregare”. 

Presenti alla festa di sabato anche diversi induisti italiani rappresentanti dell’Unione Induista Italiana che aiuta le piccole comunità induiste del nord-est intervenendo anche su aspetti pratici come l’acquisto di alcune stufe per scaldare il tempio nei mesi invernali. Sari colorati indossati da donne indiane, cibi speziati serviti dai volontari del tempio, bambini sorridenti che giocano insieme, canti e momenti di preghiera si sono alternati durante tutta la notte di questa festa religiosa davvero suggestiva.

Kumar Raj, presentatore della serata, ha affermato: “Questa sera abbiamo avuto l’onore di ospitare artisti provenienti dal Regno Unito e devo dire che siamo grati agli italiani per la loro generosità e per la grande gentilezza che hanno avuto nel concederci di vivere nel loro Paese conservando la nostra cultura e la nostra religione”.

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(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® Riproduzione riservata).
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