Vittorio Veneto, aggressione dopo la partita di calcio, in aula parla la vittima: “Quando hanno capito che sono marocchino è scattata la loro violenza”

“Quando hanno capito che sono marocchino è scattata la furia”. Così nell’aula del Tribunale di Treviso si è espresso il 45enne nordafricano residente a Vittorio Veneto e vittima di una violenta aggressione dopo la partita giocata dal Treviso Calcio nello stadio Barison il 25 aprile 2018.

A processo con l’accusa di lesioni, minacce e danneggiamento aggravati dall’odio razziale nei confronti del 43enne, della figlia e di un loro connazionale che ha cercato di aiutarli, ci sono un 30enne e una 43enne di Treviso, un 51enne e un 42enne di Ponzano (entrambi con precedenti specifici), tutti difesi dall’avvocato Fabio Crea.

Sono accusati di aver aggredito le vittime al termine della finale di Coppa Veneto tra il club del capoluogo e l’Opitergina. L’aggressione sarebbe avvenuta, secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Digos, mentre il gruppetto si stava dirigendo verso il pullman per tornare a casa.

“Stavo camminando con mia figlia – ha raccontato in aula il 45enne – quando ho incrociato il gruppetto di tifosi. Mi sono sembrati subito su di giri, forse per le birre che tenevano in mano. Mi hanno chiesto se ero spagnolo perché indossavo una maglietta del Real Madrid. In quel momento un mio vicino dal balcone di casa sua mi ha chiesto in arabo se era tutto a posto. Appena hanno capito che ero marocchino è iniziata la violenza”.

I quattro ultras, secondo l’accusa, avrebbero urlato all’uomo “Fermati e togliti subito quella maglia. Negro di m… Io ti spacco la faccia…”. Insulti razzisti che l’uomo ricorda ancora: “Li ho sentiti dire “Mi son Veneto…”.

A cercare di aiutarlo era arrivato un 26enne suo connazionale, ma si era ritrovato contro gli ultras che, dopo aver forzato la porta del palazzo, gli si sarebbero scagliati contro.

Brandendo una cintura avrebbero colpito i due marocchini con calci e pugni procurando loro varie lesioni e contusioni davanti agli occhi terrorizzati della ragazzina che era rimasta fortunatamente incolume ma sotto choc.

All’arrivo della Polizia i quattro erano scappati, venendo identificati poco dopo dalla Digos e denunciati.

Nei loro confronti, il questore aveva emesso anche un Daspo che li terrà lontani dagli impianti sportivi per cinque anni. Si torna in aula a dicembre.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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