Riceviamo da Andrea Arman, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Montebelluna per il Movimento 5 Stelle, e pubblichiamo:
La vicenda degli omessi versamenti di quanto pattuito fra parlamentari del Movimento 5 Stelle sta riempiendo le pagine dei giornali e confondendo, ve ne fosse bisogno, gli argomenti della campagna elettorale e la mente degli elettori.
In un Paese come l’Italia, dove è successo e succede di tutto, nessuno si è indignato se il Governo ha fatto fallire le due banche popolari venete per favorire l’accesso degli investitori stranieri, mettendo nella disperazione migliaia di oneste persone. Nessuno va a spiegare che con il fallimento delle popolari venete è stato fatto un favore miliardario alle grandi banche che senza nulla spendere hanno ora il controllo su una delle terre più ricche del mondo.
No! Pagine e pagine sulla risibile vicenda dei versamenti. Certo la questione è sottile ed i distinguo si sprecano, ma la sostanza, dove è la sostanza di tante parole? Da veneto testone comprendo bene che i 5 Stelle meglio avrebbero fatto a rispettare quegli accordi tanto sbandierati, ma il problema investe pochi deputati rispetto a quelli eletti. L’errore è stato voler raggiungere la perfezione, dimenticando che essa appartiene a Dio. Colpa lieve, ingenuità.
Diverso è voler cavalcare l’incidente come fosse un peccato mortale, lo stupro alle italiche virtù. Di certo l’errore servirà da insegnamento e fatti analoghi non ne accadranno più in quel Movimento dove oltre il 90% degli eletti si è volontariamente privato di una bella fetta di quanto loro spettante per legge per donarlo ad altri. Non voglio fare le facili comparazioni con i comportamenti degli altri 800 parlamentari che in queste ore gongolano per la brutta figura di quegli idealisti. Troppo populista!
Leggendo le dotte analisi dei vari giornali “indipendenti” mi è salita la voglia di scrivere per cercare di mettere in luce un aspetto che penso importante per stabilire dei riferimenti di valore e di agire. Un tempo, nei confronti delle persone “scorrette”, non necessariamente penalmente condannate, vi era una sorta di morte civile all’interno del gruppo sociale di appartenenza. Il disvalore del loro agire veniva evidenziato con l’emarginazione, con l’esclusione, con la non accettazione. Era una forma di sanzione che trovava genesi e giustificazione in una società fortemente caratterizzata sulla condivisone di principi etici e morali.
Oggi, in questa società dove “la magistratura farà il suo corso” tutto è cambiato o crollato. Sicuramente vi è del positivo nell’aver superato i marchi d’infamia del passato ed aver acquisito il concetto della funzione rieducativa della pena, ma il controllo sociale sull’agire della persona deve comunque essere attivo, ancorché non un condanna perpetua.
Ed allora, leggendo del paradosso del cambio di casacca ancor prima dell’elezione, per coloro che, oggi già espulsi dal Movimento 5 Stelle, saranno comunque eletti perché in collegi sicuri, resto in attesa di vedere se quelli che ora si stracciano le vesti per lo scandalo dei rimborsi, domani avranno il rigore morale di non accoglierli nei loro gruppi parlamentari e di rifiutarne il benigno voto. Temo che la mia sarà un’attesa inutile perché, in questo caso, è fin troppo facile prevedere il futuro. Saranno accolti senza riserva, vorrei dire – e mi scuso per il blasfemo richiamo – con la misericordia paterna per il figliol prodigo. Ma quando ciò accadrà, non vi saranno le prime pagine dei giornali ed i titoli di apertura. Sarà tutto normale perché in questo Paese, che ogni giorno di più si inabissa, non si vuole nemmeno provare a cambiare.
Andrea Arman
Candidato dei risparmiatori indipendente nel Movimento 5 Stelle