Mercoledì il concerto natalizio della banda di Valdobbiadene, il 26esimo per il maestro Zandegiacomo

Era visibilmente emozionato al tradizionale concerto di mercoledì 26 dicembre, non è semplice dirigere una banda numerosa come quella di Valdobbiadene e continuare a stupire il pubblico di anno in anno. Stiamo parlando di Dario Zandegiacomo (primo da sinistra nella foto sotto),  poliedrico maestro della banda cittadina “Sergio Dal Fabbro” che, il giorno di Santo Stefano, ha diretto il suo 26esimo concerto di Natale alla guida di questa preziosa realtà musicale.

Un’avventura, una grande sfida, iniziata nel settembre 1993 conoscendo pian piano ogni strumentista di un’associazione musicale che sarebbe stata fondata nel 1767, in occasione dell’inaugurazione del campanile di Valdobbiadene.

“Da quando sono stato chiamato a dirigerla, la banda è cambiata molto – ha raccontato il maestro Zandegiacomo – nei primi anni Novanta era formata da meno di venti persone e la situazione iniziale, non lo nascondo, era critica. Poi, pian piano, la banda è cresciuta in numero. Nei primi anni ho voluto conoscere musicalmente ciascun strumentista, con l’obiettivo di creare delle trascrizioni musicali che valorizzassero le caratteristiche e le potenzialità di ognuno di loro, cucendo delle parti ad hoc per ciascuno”.

Valdobbiadene Zandegiacomo 1 a sx copy copy

“Dopo i primi cinque anni – continua Zandegiacomo – abbiamo cominciato a suonare brani sempre più belli ed impegnativi, abbiamo preparato concerti a tema che rendessero particolare la nostra identità musicale con rese sempre migliori. Ogni concerto di Natale è diverso, con idee sempre nuove, tanto che oggi posso dire che abbiamo davvero provato tante esperienze: dagli strumenti come l’arpa, la chitarra elettrica e la filarmonica ai cantanti lirici e da liscio, dai ballerini alle orchestre, dai cori dei bambini a quelli misti o solo maschili, come il Coro Valdobbiadene che ci ha accompagnato mercoledì sera”.

“Il fatto che si sia creato un rapporto così lungo tra me e la banda cittadina di Valdobbiadene – ha concluso Zandegiacomo – è qualcosa di davvero strano, di atipico, ma è anche un’esperienza molto stimolante perché ho visto aumentare il numero degli strumentisti, li ho visti crescere anche anagraficamente, ciascuno con un numero crescente di impegni familiari e lavorativi, alcuni di loro ci hanno lasciato. Di anno in anno ci prefiggiamo nuove sfide per continuare ad essere innovativi e per trovare sempre nuovi stimoli”.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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