Una commovente pagina della nostra storia. Festa per i 100 anni di Maria Coppe

La festa per i 100 anni di Maria Coppe

Grande festa alla casa di riposo “Villa Fiorita” di Cornuda per i cento anni di Maria Coppe.

La festa è iniziata ieri alle ore 15 si è conclusa verso le ore 17: la neo-centenaria non ha voluto utilizzare la carrozzina e per tutto il pomeriggio ha accolto uno ad uno tutti gli invitati.

Presenti i sindaci di Crocetta del Montello e Cornuda, Marianella Tormena ed Enrico Gallina, il presidente della casa di riposo Mirco Favero, la direttrice Elisa Moretto, i figli Daniela e Mirco, la nipote Rita, il presidente dell’associazione Soms Tiziano Biasi, tanti amici di Maria e tutti i residenti di Villa Fiorita.

“Sono nata a Bigolino – racconta Maria -, in casa come si usava a quel tempo, il 16 giugno 1924. Non ho vissuto la mia giovinezza come le altre ragazze perché i miei genitori erano sempre ammalati. A soli 10 anni mi sono trovata a mandare avanti tutta la famiglia, dai lavori di casa a tutto il resto. Non c’era tempo per i giochi o per le amiche, avevo solo le responsabilità di un’adulta. Solo da adolescente ho potuto godere di qualche amicizia e imparare cosa vuol dire essere giovani”.

Ero brava a scuola – continua – ma a quei tempi si frequentava solo fino alla quarta elementare e per continuare gli studi bisognava percorrere a piedi 4 km fino a Valdobbiadene. Era davvero difficile per noi bambini percorrere tutta quella strada, così le nostre mamme decisero di organizzare una ‘manifestazione’ e ci portarono a piedi fino a Valdobbiadene per chiedere l’apertura di una classe quinta a Bigolino. Riuscimmo ad ottenere l’insegnante e così ho potuto frequentare un altro anno scolastico, distinguendomi come una delle più brave della classe”.

“A 12 anni – prosegue – ho iniziato a lavorare alla filanda di Vidor come ‘scopina’ e poi in quella di Bigolino, l’ex Zadra. Quando mio papà tornò ammalato dall’Australia, dovetti lasciare il lavoro per prendermi cura dei miei genitori ma, appena cominciarono a stare meglio, andai a lavorare al calzaturificio ‘Piva’ a Valdobbiadene, nel reparto di confezionamento, ripasso e ‘scatolatura’, prima a piedi e poi in bicicletta. Nel 1944, a 20 anni, mi sono sposata con il mio Rinaldo, detto Aldo”.

“Era un matrimonio povero – ricorda -, senza dote, perché eravamo in piena guerra. Sono andata a vivere con lui nella casa dei Faccinetto, vicino ai miei genitori dove sono nati i miei due splendidi figli Mirco e Daniela. La famiglia Faccinetto possedeva la Fornace di Crocetta del Montello, dove si cuocevano i sassi del Piave per fare la calce. Nel 1958 ho acquistato l’osteria ‘Alla Fornace’ e l’ho gestita per otto anni con tutta la mia famiglia. Mio papà si occupava del campo di bocce dell’osteria con grande passione”.

Maria ricorda che il piatto tipico del sabato era la trippa, definita da tutti buonissima.

“Nel 1966 – aggiunge – ho venduto l’osteria e costruito una casa lì vicino. Mio figlio Mirco è andato in Australia nel 1968 e, al suo ritorno nel 1971, si è sposato con Francesca. Mia figlia Daniela è andata a lavorare in Germania e nel 1974 si è sposata con Josef. Con i figli lontani, mio marito ed io abbiamo preparato un appartamento al piano terra per i miei genitori. Ogni mattina andavo a portare loro il caffè. Mio papà è venuto a mancare per primo, seguito dalla mia mamma, che ha trascorso gli ultimi quattro anni di vita a letto, ma sempre lucida e allegra”.

“Era così ben voluta da tutti – evidenzia – che c’era sempre un andirivieni di persone per casa e i bambini venivano sempre in visita dalla ‘nonna Placida’. Nel 1992, alla giovane età di 68 anni, sono rimasta vedova. Ho iniziato a partecipare alla vita della comunità, entrando nel coro ‘Voci del Piave’ diretto dal bravissimo maestro Matteo, e andando ogni mattina con la mia bicicletta verde al bar del centro di Crocetta, dove ci trovavamo in otto o nove donne a chiacchierare in serena compagnia e ci trovavamo anche per qualche partita a carte”.

“Nel frattempo – prosegue -, preparavo i pasti per una signora del paese che soffriva di osteoporosi e, se necessario, facevo le iniezioni a chi le richiedeva. Mio papà mi ha trasmesso la passione per l’orto e il giardinaggio e devo dire che il mio balcone era sempre pieno di fiori. La mia bellissima bicicletta verde mi ha accompagnato in giro per Crocetta fino ai 94 anni. Poi l’età ha iniziato a farsi sentire e l’ho lasciata nel garage, dov’è tutt’ora”.

“Da un anno vivo qui a ‘Villa Fiorita’ – conclude – che è per me una grande famiglia, circondata dalla simpatica compagnia dei residenti, dall’attenzione del personale e dall’immancabile amore dei miei figli. Ringrazio tutte le persone che hanno festeggiato con me i miei 100 anni”.

(Foto: Villa Fiorita).
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