Festeggiati i 70 anni della cantina Bortolomiol con l’apertura al pubblico della storica filanda

In quel “porco can dobbiamo fare qualcosa”, frase pronunciata da Giuliano Bortolomiol quando in molti a Valdobbiadene soffrivano perché nessuno si prendeva cura dei poveri agricoltori del luogo, piegati dall’orrore dei conflitti mondiali, si racchiude la filosofia di vita di una generazione che ha contribuito a creare le solide basi del successo di un’area che, ora, è Patrimonio dell’Umanità.

Proprio ieri sera, giovedì 3 ottobre 2019, per celebrare questi sacrifici e questa grande determinazione, la Cantina Bortolomiol di Valdobbiadene ha voluto festeggiare in grande stile il 70esimo anniversario dalla nascita di una delle realtà imprenditoriali di maggior successo del territorio.

Presenti tante personalità di spicco della politica locale con il sindaco Luciano Fregonese, dell’imprenditoria veneta e del mondo dello spettacolo insieme a giornalisti e rappresentanti di diverse realtà sociali della Marca Trevigiana, riuniti insieme per ricordare la figura di Giuliano Bortolomiol abbracciandolo simbolicamente attraverso l’affetto dimostrato alla moglie Ottavia e alle figlie Elvira, Maria Elena, Giuliana e Luisa che hanno portato avanti un sogno che, ora, è una solida realtà imprenditoriale guardata con rispetto e ammirazione.

Giuliano nasce il 27 febbraio 1922 a Ponteggio di Valdobbiadene. Decide da subito che avrebbe voluto studiare e, dopo le elementari a Valdobbiadene e il ginnasio a Montebelluna, frequenta la Scuola Enologica di Conegliano dal 1936 al 1943. Nell’autunno del 1944 inizia il servizio militare in un autocentro a Monza dal quale fugge in bicicletta per ritornare a Valdobbiadene.

Giuliano e il suo grande amico Mario Geronazzo, rientrati dalla guerra, decidono di tornare a Conegliano per terminare gli studi. Dal 1945 al 1946 Giuliano frequenta l’ultimo anno della scuola enologica coneglianese conseguendo il diploma di enotecnico.

Sono gli anni della fondazione della Confraternita del Prosecco (nel 1946), progetto nel quale si sostanzia quel “dobbiamo fare qualcosa” di Giuliano, e, nel 1949, inizia la storia della società “Cantina Fratelli Bortolomiol”.

Giuliano fonda l’impresa “Fratelli Bortolomiol” insieme ai fratelli Labano e Guglielmo detto Gemin. La cantina prosegue l’antica tradizione familiare di produrre vino dalle uve delle loro terre ma, a poco a poco, si trasforma in cantina di spumantizzazione per conto terzi.

Da qui inizia quella “rivoluzione” che ha coinvolto tanti viticoltori del territorio portando Valdobbiadene ad essere evocato nel mondo come punto di riferimento per la viticoltura internazionale.

A riconoscere questo importante traguardo anche Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro, che ha consegnato una targa alla famiglia Bortolomiol a nome delle 3300 imprese associate.

Durante la serata, nella quale si è ricordata la storia della cantina e il suo impegno nella promozione della cultura, dell’arte e della sostenibilità ambientale, è stata fatta anche una bella sorpresa al pubblico presente.

Una delle storiche filande di Valdobbiadene, infatti, è stata aperta al pubblico per una cena di gala raffinata e suggestiva nella quale si è parlato ancora del fondatore Giuliano Bortolomiol e del suo sogno, magistralmente concretizzato grazie a quella voglia di riscatto che ha trasformato un paesaggio che l’Unesco ha voluto rendere patrimonio di tutti.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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