L’energia degli alpini è infinita, come lo è la loro determinazione. Questa mattina, domenica 4 agosto, le penne nere di Valdobbiadene l’hanno dimostrato ancora una volta: hanno inaugurato la nuova croce in legno del monte Cesen, che è rinata il 27 giugno scorso come gli alpini avevano promesso.
Il forte vento del 29 ottobre scorso aveva spezzato il vecchio manufatto, che era stato collocato dal gruppo centro nel 1985 (qui l’articolo). Un luogo sacro che svetta a 1.570 metri sul livello del mare e che, ogni estate, viene raggiunto dalle penne nere per partecipare ad una messa molto sentita.
Una tradizione che è stata rinnovata anche questa mattina e che, per la speciale occasione, ha ospitato il raduno sezionale dell’Ana Valdobbiadene. Un luogo di culto, quello dove si erge la croce alpina, con una lunga storia alle spalle: qui, nel 1998, furono ritrovate 220 monete romane risalenti al periodo tra il I e il IV secolo dopo Cristo, lasciate di anno da pellegrini e mercanti di passaggio per chiedere la grazia alle divinità pagane o a Cristo.
Commosse le parole del presidente Valentino Baron, orgoglioso dei suoi alpini: “Grazie a tutti gli alpini e amici che, fin da subito, hanno voluto rimettere in piedi questa croce entro l’estate, grazie alle 249 ore di lavoro donate per riconsegnare a tutta la comunità questo simbolo del Cristianesimo. Ringrazio in modo particolare i fratelli Bruno e Sergio Geronazzo di San Pietro di Barbozza, la lattoneria Tesser e la segheria Mantese di Col San Martino, Renato Dalla Longa, le cantine Bortolotti, Fasol Menin e Roccat, Salone Mario e il panificio di Paolo Vanzin”.
Una giornata da ricordare alla quale hanno partecipato le cinque amministrazioni comunali della sezione Ana Valdobbiadene, il tenente colonnello Giulio Fasolino in rappresentanza del 7° Reggimento alpini di Belluno e Lorenzo Cordiglia, vicepresidente dell’Associazione nazionale alpini.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it).
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