È lo stesso Andrea Zuin in arte “Zu Music” a raccontare le ultime ore del cerchio di musica che si è tenuto tra sabato e domenica scorsi all’abbazia di Vidor. È lui, assieme alla compagna, ad aver organizzato l’evento a cui ha partecipato anche Alex Marangon, il barista venticinquenne di Marcon trovato morto lunedì pomeriggio in un isolotto sul fiume Piave.
Ad oggi nessun nome è iscritto al fascicolo per omicidio volontario aperto dalla Procura di Treviso, il capo d’imputazione è stato cambiato da morte in conseguenza ad altro reato dopo gli esiti dell’autopsia che hanno chiarito come Alex sia stato più volte colpito con un bastone o con alcune pietre del Piave.
“Eravamo una decina – spiega Andrea – e lo abbiamo cercato ovunque, dove sono arrivati i controlli siamo arrivati anche noi. Quando ci siamo resi conto che non c’erano abbiamo chiamato la Polizia”.
Stando a quanto affermato dallo stesso Zuin assieme ad Alex ci sarebbero stati due Curanderos sudamericani “sono due persone che hanno tutti i requisiti per assistere le persone in quel momento. Noi facciamo questi cerchi con la musica perché pensiamo sia un’espressione di cura. Chi frequenta queste cose non cerca lo sballo del sabato sera ma conforto e risposte a dei vuoti interiori”.
“È possibile che ci siano stati dei momenti in cui Alex si sia sentito col bisogno di essere confortato da qualcuno – conclude – Andrea – e in questo caso ci siamo noi, tutto il gruppo era li per questa ragione”.
Nei prossimi giorni i Carabinieri del comando Provinciale di Treviso dovrebbero tornare sul Piave e all’interno dell’abbazia di Vidor per cercare elementi utili alle indagini. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno risentito gli organizzatori e i partecipanti “al cerchio” per cercare di far luce su quelle ore di buio in cui Alex ha trovato la morte.
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