S’infittisce il giallo sulla morte di Alex Marangon, il barista 25enne di Marcon (Venezia) trovato morto in un isolotto sul Piave a Ciano del Montello.
A trovare il cadavere l’elicottero dei Vigili del Fuoco dopo due giorni di ricerche scattate in seguito alla scomparsa dall’abbazia di Vidor mentre stava partecipando a una festa sciamanica.
Dai primi risultati dell’autopsia, svolta ieri pomeriggio dall’anatomopatologo Alberto Furlanetto con la partecipazione del dottor Antonello Cirnelli, quest’ultimo nominato come perito dalla famiglia di Alex, emergono diversi gravi traumi alla testa causati da un oggetto contundente, ma sul suo corpo sono state trovate anche alcune ferite al costato. Sembra, comunque, che la causa della morte sia l’annegamento ma che, proprio a causa della gravità dei traumi, Alex potesse morire ugualmente anche se non fosse caduto (o stato gettato) in acqua.
Se c’è una certezza dopo l’esame post mortem è quella che Alex non si è suicidato, ma spetterà ora agli inquirenti, anche alla luce di questo nuovo risultato, ricostruire le ultime ore di vita del ragazzo. Importanti saranno anche gli esiti degli esami tossicologici, che dovranno essere disponibili tra una decina di giorni e che chiariranno se il giovane abbia assunto stupefacenti.
I Carabinieri del comando provinciale di Treviso stanno cercando di ricostruire cosa sia realmente successo tra le mura dell’abbazia, o nelle sue vicinanze, nella notte tra sabato e domenica e se a provocare quelle ferite sia stata una persona o una caduta da un’altezza elevata. Al momento nessuna ipotesi viene esclusa anche se chi conosce la zona sa della presenza di burroni e di pendii.
“Se il primo esito dell’autopsia dovesse essere confermato da ulteriori esami di laboratorio lo scenario è inquietante – commenta l’avvocato Stefano Tigani, legale dei familiari di Alex –, l’esame parla di una violenza importante incompatibile sia con qualsiasi gesto di autolesionismo che con l’incidente. Ci vuole comunque prudenza, ma la botta in testa, sopra l’orecchio sinistro, è importante e imponente. Ci sono poi altre lesioni secondarie, ma tutte provocate quando Alex era ancora in vita”.
“La situazione non è comunque compatibile con l’annegamento – conclude l’avvocato –, anche se serviranno ulteriori esami di laboratorio. Quello che emerge è che Alex sia stato al centro di un’azione violenta importante e, nonostante stesse partecipando a un incontro di gruppo, nessuno parla. L’appello, rivolto a chi era presente, è quello di avere un moto di coscienza, e per rispetto verso Alex e i suoi famigliari, dire quello che si sa”.
Ad oggi – come confermato dall’avvocato della famiglia – nessuno ha mai chiamato i genitori di Alex, ma resta anche da capire il luogo, nel caso venisse confermata l’ipotesi dell’omicidio, dove questo è avvenuto.
Già dalle ore successive al ritrovamento del corpo di Alex la Procura di Treviso aveva aperto un fascicolo per morte in seguito ad altro reato, che, per il momento, non vede iscritto alcun indagato. Ma la situazione, alla luce delle ultime novità, potrebbe cambiare sia per quanto riguarda gli indagati sia per il capo d’accusa.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it