Vidor, Casa Maria Adelaide ora è Covid free: “Periodo difficile e intenso dove c’è stata una grande squadra”

Pochi giorni prima di Natale il Covid era entrato anche a Casa Maria Adelaide, la comunità alloggio per persone con disabilità con sede a Vidor, colpendo in tutto 19 residenti e 7 operatori.

Ora, dopo 39 giorni di isolamento, di giornate di forte stress, noiose passate in camera, di pranzi e cene senza compagni, senza poter uscire a vedere la neve o il sole, senza poter incontrare i propri cari, con gli ultimi tamponi fatti nei giorni scorsi è arrivata la notizia tanto attesa: sono risultati tutti guariti, negativi e più forti di prima.

I residenti di Casa Maria Adelaide raccontano che è stato brutto vedere gli operatori bardati (con “tutona”, copri scarpe, guanti, mascherine, visiera), perchè facevano impressione, e qualcuno ha ammesso di aver avuto paura ma, per fortuna, si vedevano gli occhi e da quelli si capiva chi c’era sotto la mascherina.

Ecco le testimonianze di come le persone con disabilità hanno vissuto questo periodo così difficile: “Siamo rimasti in camera, abbiamo rispettato le regole, abbiamo usato le mascherine, abbiamo cambiato camere e casa quando c’era bisogno, misurato in continuazione la temperatura e la saturazione. Ci siamo abituati a mangiare con piatti e posate di plastica e porzioni monouso. Ogni tanto abbiamo saltato il caffè”.

“In questi giorni di ‘reclusione’ ci siamo riposati, abbiamo colorato, fatto giochi di logica, letto libri, riviste, giornali, scritto, ascoltato la musica, guardato la televisione, ma soprattutto abbiamo fatto chiamate e videochiamate. Abbiamo tenuto aggiornati i nostri famigliari e amici sentendoci meno soli. Eravamo in tanti ad aveva paura di stare malissimo, di avere dolori e di andare in ospedale. Ogni tampone era una tensione. – raccontano le persone con disabilità – Due di noi non si sono sentiti bene, sono stati ricoverati in ospedale e poi dimessi”.

“Attualmente stiamo tornando alla normalità ma siamo ancora un po’ stanchi, anche fiacchi. – continuano – Ci stiamo riorganizzando le camere, finalmente siamo tornati nei nostri letti con i nostri compagni di camera. Speriamo che questa avventura sia finita. Comunque abbiamo tanta voglia di uscire e riprendere una vita normale.”

Gli operatori precisano che per alcuni residenti la ripresa è stata veloce mentre per altri è molto più lunga perché, anche se negativi, il virus lascia degli strascichi fisici.

Tra operatori, ausiliarie ed educatori ci sono molte considerazioni: “È stato un periodo difficile e intenso che ha dimostrato che in Casa Maria Adelaide c’è una grande squadra molto responsabile che nei momenti più bui ed intensi diventa fortissima. Il sentimento più intenso era la paura per i residenti, per sé stessi e per i propri cari. Inoltre stanchezza, dubbi, incertezze e soprattutto, si è capita la sofferenza che vivono le persone all’interno degli ospedali. Inizialmente eravamo disorientati, il Coronavirus è entrato come un tornado che ha sconvolto e rivoluzionato tutto, non solo dal punto di vista lavorativo ma anche a casa dovevamo stare attenti”.

“Ogni giorno solo la preparazione per entrare in turno era impegnativa: indossare la divisa, i dispositivi, igienizzare tutto in continuazione, e quando si smontava il turno si era perso un po’ il senso della propria personalità e della cura personale. Poco alla volta è stato riorganizzato tutto permettendoci di lavorare al meglio. Siamo riusciti anche a ridere e scherzare perché la nostra forza è il sorriso e l’amore verso il nostro lavoro”, concludono.

La presidenza e la direzione di Casa Maria Adelaide sono orgogliosi della squadra che ha assistito con grande professionalità le persone con disabilità e ringraziano inoltre la Task Force dell’Ulss 2 e il servizio Usca per il supporto, l’amministrazione comunale di Vidor per l’interessamento, il gruppo Alpini di Colbertaldo e l’amministrazione comunale di Paderno del Grappa, che hanno concesso i propri spazi per dislocare provvisoriamente il centro diurno, e tutto il territorio che ha dimostrato vicinanza con messaggi o doni.

Questa settimana sono riprese infine le visite per i famigliari in una zona esterna e con le dovute precauzioni.

(Fonte: Antonella Callegaro © Qdpnews.it).
(Foto: Casa Maria Adelaide).
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