Dalla civetta capogrosso allo sciacallo dorato: la Lipu ha ricordato Saverio Lombardo con un convegno sulla fauna di Cansiglio e Prealpi trevigiane

Si è svolto sabato nell’Aula Magna del Seminario vescovile di Ceneda un convegno dedicato alla memoria del naturalista vittoriese Saverio Lombardo, nel decennale della sua scomparsa.

Organizzato dalla sezione LIPU di Vittorio Veneto in collaborazione con l’associazione Cinema e Ambiente, l’incontro pubblico ha messo a confronto le testimonianze di ricercatori che da anni si occupano di studiare la fauna selvatica del Cansiglio e delle Prealpi Trevigiane. Sono state analizzate le diverse problematiche che attraversano questi territori e le diverse specie di fauna.

Ha condotto Marco Gustin, responsabile specie e ricerca LIPU Odv. Si sono alternati nell’esposizione i relatori Francesco Mezzavilla, biologo faunista, i naturalisti Luca Zanchettin, e Giovanni Benetton, Andrea Favretto, dottore forestale, ornitologo e Roberto Guglielmi, naturalista e ornitologo.

Uno dei diversi temi trattati è stato quello sugli uccelli migratori che attraversano il Monte Pizzoc e i rapaci notturni come le civette Capogrosso, molto presenti poiché trovano li il loro habitat naturale.

Questi studi sono stati compiuti da ricercatori saliti in Cansiglio circa 45 giorni all’anno con una osservazione sempre attenta e costante. I dati permettono di comprendere come la fauna sia cambiata nel tempo anche in seguito alla presenza massiccia di persone che nei fine settimana frequentano la zona.

Tra le specie presenti ci sono il Picchio nero, che si ciba in prevalenza di formiche presenti nelle cavità degli alberi, e il Picchio rosso maggiore. Il picchio verde, invece, raramente arriva in Cansiglio, ma è abbondante nei versanti che da Vittorio Veneto salgono fino al Pizzoc. Tutte le specie di volatili vengono tutelate.

Sono state presentate, inoltre, le modalità con cui viene monitorata la presenza del lupo nel Cansiglio, al fine di permettere alla cittadinanza si comprendere la situazione, le dinamiche della specie all’interno del gruppo familiare e come siano rispettati i confini tra i diversi branchi.

Molto importante è anche analizzare la loro dispersione: i giovani lupi, intorno a un anno e mezzo o due abbandonano il branco per riprodursi, creare un nuovo branco ed esplorare nuovi territori. Per fare ciò attraversano lunghi viaggi. Non tutti ce la fanno a causa degli investimenti. È questa la principale causa di mortalità della specie, oltre a quelle dovute perché predati da altri lupi quando invadono un territorio già occupato da un branco. Tutto è stato spiegato tramite il supporto di immagini.

Nelle colline del vittoriese è stato avvistato anche lo Sciacallo dorato, presente dagli anni ‘80. Amante della vegetazione in evoluzione, tipica di quella del Carso e della rete fluviale del Tagliamento, esso ha trovato qui il suo luogo ideale. Nel 2021 era stata avvistata una coppia, e nel 2022 un branco a Santo Stefano di Cadore.

Tutte queste indagini sono svolte attraverso l’utilizzo di telecamere che percepiscono il movimento dell’animale, permettendo così di osservarlo da vicino senza creargli disturbo. Vengono analizzate anche le impronte lasciate sulla neve e le carcasse, per comprendere di cosa si siano cibati. L’uomo con la sua presenza ha purtroppo influenzato negativamente la fauna, che nonostante ciò riesce a sopravvivere trovando nascondigli per passare inosservata e procedere così con il suo ciclo di vita.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati