Non passa la proposta della maggioranza sull’abolizione del Green pass. Miatto: “Imminente il ritorno alla normalità nel nostro ospedale”

L’ospedale di Vittorio Veneto ospita il Centro trasfusionale dell’Avis

Molteplici i punti trattati nel consiglio comunale di ieri, lunedì 23 maggio. Primo fra tutti “l’abolizione delle certificazioni verdi Covid-19 a decorrere dalla cessazione dello stato di emergenza avvenuto il 31 marzo 2022”, una proposta di ordine del giorno presentata dai consiglieri comunali di maggioranza Paolo Santantonio di Forza Italia e Gianni Varaschin di Toni Miatto sindaco.

Una discussione accesa, durata più di un’ora e mezza con molti pareri contrastanti. La richiesta dei due consiglieri della maggioranza toccava vari punti come il costo dei tamponi, la sospensione dal lavoro e il successivo aumento delle bollette che grava sull’economia di molti nuclei familiari, gli spazi pubblici ridotti che isolano soprattutto gli adolescenti nell’ambito dello svago e dello sport portando a una sempre più diffusa tensione sociale che sfocia in violenza con atti di bullismo e vandalismo.

“Ha creato tanto disagi economici e sociali, molti i dubbi che ho sulla sua reale utilità – afferma Alberto Pagotto, consigliere di maggioranza -. La cosa fondamentale oggi è ritrovare la serenità pre pandemia e fare ripartire l’economia”.

Un altro dubbio evidenziato è stato la mancanza di utilità del certificato, un mezzo creato solo per “obbligare” i cittadini a vaccinarsi e non per combattere il virus, rendendolo quindi inutile al momento della cessazione dello stato d’emergenza.

“Che a nulla serva il green pass è cosa assodata – afferma Santantonio – lo dicono oggi i più accreditati virologi, si è trattato di un mezzo per incentivare la vaccinazione di massa, come ha detto il ministro Brunetta che lo ha definita ‘una misura geniale di natura politica ed economica, non certo sanitaria’. Con la cessazione dello stato di emergenza gli italiani devono essere liberati dalla certificazione verde” senza che un giorno possa essere nuovamente richiesto, come stabilisce il DPCM del 4 marzo scorso”.

Al contrario molti consiglieri vedevano il certificato come elemento utile per combattere il virus, citando episodi del passato come nella Serenissima Repubblica di Venezia quando, durante la peste, erano in vigore i “Passaporti di sanità”. Il consigliere Mario Rosset ha affermato infatti che “adottando i comportamenti suggeriti dalla comunità scientifica, possiamo guardare a un futuro positivo”. Di questo parere anche Marco Dus, consigliere di minoranza: “Non condivido il merito, è un elemento utile per combattere il Covid, ha salvato e salva delle vite”. Al coro si sono aggiunti Roberto Tonon e Mirella Balliana, consiglieri di minoranza: “La pandemia, e non il Green pass, ha causato la crisi”.

E’ emerso inoltre il problema del potere di controllo dei dati personali che il certificato porta all’ASOJ (società generale di informatica di proprietà del Ministero delle finanze): “Il problema che ora si pone è che l’ambaradan tecnologico messo in piedi e gestito dall’ASOJ resterà in vita per i prossimi tre anni – ha proseguito Santantonio – ma per farne cosa? É accettabile che uno strumento gestito dal potere politico per rilevare e immagazzinare i dati su dove e anche ora un cittadino va a fare qualcosa debba essere introdotto per decreto legge, approvato dal Parlamento senza discussione?”. Ad aggiungersi, Alessandro De Bastiani, consigliere di minoranza: “Ha pesato sulla libertà di molti cittadini. Un domani che uso ci faranno di tutti i dati raccolti?”.

“Un domani questi strumenti potrebbero essere usati da persone non in buona fede. – ha aggiunto De Bastiani – Io ritengo che ogni forma di controllo sui cittadini dovrebbe essere limitata al massimo, e tra queste va inserita anche la sorveglianza attraverso mezzi tecnologici sempre più utilizzati”.

Dus, in netto contrasto con le affermazioni fatte, ha ribattuto: “Qualunque tipo di dato nelle mani sbagliate può creare un problema e quindi dovremmo porci questo quesito su ogni informazione che noi forniamo al comune, alla agenzia delle entrate, all’Ulss e via dicendo. Dato che io non mi pongo il problema in queste situazioni appena citate, non me lo pongo nemmeno con il Green pass. Sono convinto che lo Stato conserverà questi dati come lo ha sempre fatto con gli altri”.

“Ci preoccupiamo dell’eventuale utilizzo futuro di strumenti e dati di cui lo Stato è in possesso – aggiunge Tonon – ma ci preoccupiamo molto meno delle aziende private che ottengono dati attraverso il telefonino che usiamo ogni giorno, il telepass, le carte di credito e le telecamere nelle città. Il problema si pone su tutti i dati che rilasciamo, non solo per il Green pass”. Mirella Balliana ha aggiunto: “Ci sono molte piattaforme che raccolgono i dati e questa è gestita dallo Stato, non è privata. Se io non ho fiducia nello Stato, non so a chi devo dar fiducia. Io mi sento tutelata da questa piattaforma”.

Il sindaco Antonio Miatto ha concluso il dibattito intervenendo così: ”Io sono un medico, mi occupo di animali, e ho le mie convinzioni: quando ho operato contro le malattie infettive, abbiamo usato metodi forti eliminando così una moltitudine di malattie che oggi non esistono più. Nel caso nostro non si potevano utilizzare metodi forti ma tutti quelli utilizzati sono serviti, soprattutto il vaccino e l’induzione al vaccino da parte del Green pass.

“Il certificato verde poteva essere già tolto prima – continua – vedendo l’andamento della malattia. Capisco le paure per i metodi che raccolgono le nostre informazioni che le rendono disponibili al Governo che potrà farne quello che vuole, però essendo io abituato alle maniere forti per ottenere grandi risultati, non ho niente in contrario”.

La proposta di ordine del giorno di Santantonio e Varaschin ha avuto 5 voti favorevoli, 5 contrari e altrettanti astenuti e quindi non è stata approvata.

Miatto ha anche esposto gli ultimi numeri dei positivi Covid in città, che risultano sotto il centinaio di unità, praticamente tutti senza sintomi particolari. A fronte di questi dati, Dus ha evidenziato la questione del Covid Hospital vittoriese: “Rimarrà tale o tornerà alla normalità? E quando?”. Miatto ha risposto: “Progressivamente, mano a mano che diminuiscono i positivi, l’ospedale tornerà alla normalità. Sono già stati riavviati alcuni reparti e credo che sia ormai imminente il fatto che non sarà più solo Covid Hospital”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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