Vittorio Veneto, appello del Comitato per sanità: vietato abbassare la guardia sul futuro dell’Ospedale

Non abbassare la guardia per il futuro dell’ospedale di Vittorio Veneto: nell’incontro organizzato dal Comitato per la Sanità pubblica dell’Altamarca, è stato questo il messaggio finale degli interventi puntuali dei relatori, a cominciare dall’ex primario Massimo Santonastaso, il medico di base Andrea Posocco e Fortunato Guarnieri, medico di Emergency (nella foto) a cui sono seguiti quelli numerosissimi del pubblico, e anche dei candidati Alessia Cerentin (alle elezioni europee) e quello del candidato sindaco Alessandro de Bastiani, che fin da subito ha fatto dell’ospedale e del suo possibile depotenziamento uno dei cavalli di battaglia, ed era quindi particolarmente interessato alla questione. Anche l’assessore alla salute Giuseppe Costa comunque ha espresso il timore per la possibile chiusura del reparto di Chirurgia. E in generale tutti gli interventi sono stati improntati ad un futuro non troppo brillante per l’ospedale di Costa, con l’invito ai presenti a non abbassare la guardia e a non fidarsi dei proclami. “Perché finora – spiegano al Comitato – sono sempre stati disattesi, come dimostrano i 4 posti di terapia intensiva e l’ospedale di comunità non ancora attivati. Il Comitato per la difesa della sanità pubblica dell’Alta Marca comunque esprime soddisfazione per la grande partecipazione all’incontro del 7 maggio in Biblioteca Civica a Vittorio e la raccolta a fine serata di decine di nominativi interessati a dare il proprio contributo alle attività che verranno promosse”. 

Come in precedenza annunciato, sotto la lente della protesta dei membri del comitato il fatto che “Con le nuove schede ospedaliere continui «il processo, già in atto da diversi anni, di trasformazione dell’ospedale di Vittorio da struttura che tratta le emergenze-urgenze a struttura per non acuti, attraverso la centralizzazione delle emergenze urgenze a Conegliano e a Treviso», quando l’ospedale di Conegliano non è né per struttura né logisticamente in grado di far fronte ai bisogni dei 220.000 utenti dell’ex Ulss 7. Sono stati segnalati con testimonianze alcuni disagi realmente accaduti a causa proprio delle nuove indicazioni. 

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La conclusione del comitato è chiara: “C’è la sensazione che dietro a motivazioni di razionalizzazione della spesa e di presunto potenziamento dell’efficienza del servizio, si vogliano intenzionalmente introdurre pesanti disagi per l’utenza inducendola a rivolgersi al privato. Disagi del resto riscontrabili già adesso, quali l’aumento di liste di attesa e di code per ricoveri, esami e visite, perdita di tempo e spese per trasferimenti da una struttura all’altra della provincia”. 

Il giovane medico di base Andrea Posocco, tra le altre cose, ha affrontato il problema della carenza
di personale, imputabile a una mancata programmazione, e ha poi sottolineato l’importanza delle cure primarie nel garantire la salute della popolazione e l’equità, a fronte di costi più bassi per tutto il sistema sanitario, mentre Fortunato Guarnieri, medico di Emergency, ha puntato l’indice sui 40 miliardi (dei 100/120 totali della spesa per la sanità in Italia) che sono destinati a coprire le convenzioni, una gran parte dei quali diretti alle attività di strutture private.

(Fonte e foto: Comitato per la Sanità Pubblica Altamarca)
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