“Patrizia e Angelica hanno una personalità violenta e sono pericolose. Per questo devono rimanere in carcere”.
Con queste motivazioni il gip Piera De Stefani ha respinto l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati delle due donne, Angelica Cormaci e Patrizia Armellin, detenute in una cella dell’istituto di pena della Giudecca a Venezia con l’accusa dell’omicidio volontario di Paolo Vaj.
Accusa che non è cambiata dopo l’esito dell’autopsia e neppure dopo i rilievi scientifici effettuati nella casa di via Cal dei Romani dove Vaj è stato ucciso la notte tra il 18 e il 19 luglio scorsi.
Le due donne, sentite in modo informale dai carabinieri e dal sostituto procuratore Davide Romanelli che coordina l’indagine, avevano confessato di averlo ucciso, colpendolo prima con una bastonata alla testa e poi soffocandolo con un cuscino. Versione che non hanno mai confermato, durante l’interrogatorio di garanzia si sono infatti avvalse della facoltà di non rispondere.
Ma che è stata smentita anche dall’autopsia effettuata dal medico legale Alberto Furlanetto che ha accertato come la morte sia avvenuta per schiacciamento toracico. Una delle ipotesi è che le due si siano appoggiate con tutto il peso sull’uomo, schiacciandolo.
I rilievi scientifici nella casa, effettuati anche con l’ausilio del Luminol, hanno chiarito che il corpo dell’uomo non è stato spostato e che quindi Vaj è morto sul divano dove è stato trovato.
E proprio questi risultati, secondo gli avvocati della difesa Marina Manfredi e Stefania Giribaldi, dimostrerebbero che Patrizia e Angelica non volevano uccidere Vaj ma, come hanno sempre detto, solo difendersi dalla sua ennesima aggressione. E quindi che si configurerebbe l’omicidio preterintenzionale. Sulla base di questo Manfredi e Giribaldi avevano chiesto al gip De Stefani la revoca o l’attenuazione della misura che prevede la custodia in carcere.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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