In 500 per l’addio a “Bolo”: “Ora sei sulla cima più alta”

“Ora hai raggiunto la vetta più alta”. Non quella Cima Grappa dove lui amava tanto andare, ma un luogo eterno in cui il destino lo ha chiamato prematuramente.

Erano davvero in tanti, circa 500, questa mattina fuori e dentro la chiesa di Fietta a dare l’ultimo saluto a Giacomo Bologna, il 20enne morto tragicamente dopo lo schianto in moto, la sua adorata moto, a Crespano del Grappa.

Un incidente che ha tolto anzitempo ai suoi cari, ma anche ad amici e semplici conoscenti, una ragazzo straordinario che, come lo hanno ricordato gli animatori del Grest e del doposcuola “Cristo Re”, dove “Bolo” aveva lasciato la sua impronta indelebile, “ha insegnato tanto a tutti, lavorando a testa bassa e donandosi completamente per gli altri”.

Parole ribadite anche dal parroco, don Gabriele Fregonese, che ha celebrato le esequie con don Paolo, don Gaetano e don Liberio. “Senti Giacomo, hai presente quando vedi tutto nero all’orizzonte? – ha esordito il sacerdote rivolgendosi direttamente al giovane – Ecco, quando non vedi proprio spiragli non puoi fare altro che sorridere in faccia all’amaro destino, come stiamo facendo noi oggi. Un sorriso però intriso di memoria, il nostro, perché vogliamo continuare a sentirti presente nei ricordi dei momenti indimenticabili che abbiamo vissuto insieme”.

E ancora: “Starti dietro non era facile, facevi senza dire accompagnato da quella tua innata empatia – ha proseguito don Gabriele – La sincerità era la cifra della tua persona e il tuo era un fare per gli altri”.

Un grazie anche per l’ultimo gesto di generosità, la donazione degli organi (non a caso era presente al funerale una delegazione dell’Aido). Poi, verso la fine della cerimonia, hanno preso la parola gli amici di sempre.

“Caro ‘Bolo’, anima bella…è tutto così difficile. C’era una frase che amavi dire per descriverti, ovvero ‘ufficio complicazioni affari semplici’. E tu le difficoltà le affrontavi proprio come facevi con la tua amata montagna, un passo alla volta e con la esta sempre rivolta alla cima. Ci hai insegnato cos’è l’amicizia quella vera, ma non ti sei mai messo al centro. Lasci un vuoto enorme, ma anche una scintilla di te“.

Poi, al termine del rito funebre, un lungo corteo ha “scortato” il feretro fino al vicino cimitero, preceduto da due moto (tra cui la Vespa nera appartenuta proprio a Giacomo). Una volta lì, tra musica e lacrime, sono volati in cielo i palloncini bianchi per “Bolo” e familiari ed amici, con alcuni pennarelli preparati per l’occasione, hanno scritto anche un ultimo messaggio di ricordo proprio sul feretro. Ciao “Bolo”!

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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