Family act, le novità in arrivo per i datori di lavoro

È in previsione l’introduzione di nuove misure a favore della genitorialità, della conciliazione lavoro-famiglia, del lavoro femminile, dell’educazione e della formazione dei figli e maggiore sostegno nei confronti dei giovani.

L’Italia si pone nuovi obiettivi a favore delle famiglie per il biennio 2022-2023.

Con il disegno di legge n. 2459, approvato in via definitiva dal Senato il 6.03.2022, l’attenzione degli organi di Governo si pone sulla tanto discussa conciliazione tra il mondo familiare e quello lavorativo.

Tra i lavoratori, risulta sempre più complicato riuscire a gestire in modo soddisfacente ed esaustivo le due sfere. Ecco spiegato il disegno di legge del Family Act.

Introdotto proprio con lo scopo di incoraggiare la genitorialità, ma non solo! Oltre al benessere familiare; persegue anche l’obiettivo di sostenere i giovani durante il percorso di formazione fino al raggiungimento della propria autonomia.

Gli obiettivi posti e i traguardi da raggiungere sono numerosi, ecco perché sono state assegnate delle scadenze per ciascuno di essi.

Secondo quanto stabilito dall’art. 2 del documento, entro 12 mesi, il Governo ha il compito di accrescere i servizi socio-educativi per l’infanzia e l’adolescenza presenti sul territorio nazionale, creare contributi ad hoc che coprano i costi delle rette previsti per l’educazione infantile e istituire un servizio di sostegno alle famiglie da svolgersi direttamente presso le abitazioni dei beneficiari – quest’ultimo è pensato, nello specifico, per i nuclei familiari con bambini di età inferiore a 6 anni.

Inoltre, si prevedono nuove misure a sostegno delle famiglie con figli disabili (per patologie sia fisiche che psichiche); misure a sostegno delle spese sostenute dalle famiglie per i viaggi di istruzione dei figli, per l’iscrizione annuale o l’abbonamento a palestre, associazioni sportive, piscine e tutti gli altri impianti per lo svolgimento di attività sportive, nonché per la partecipazione a corsi attinenti al settore artistico e culturale.

Una scadenza più ampia (prevista in 24 mesi), invece, è stata assegnata per garantire una riorganizzazione radicale dei congedi parentali, in modo tale da assicurare ai genitori lavoratori la possibilità di poter fruire di nuovi permessi retribuiti per la partecipazione ai colloqui scolastici.

Sono previsti miglioramenti anche per il congedo di maternità e di paternità (nonostante le recenti novità introdotte).

A tal proposito, si è accennato ad un aumento dei giorni spettanti per il congedo obbligatorio per il padre, un aumento dell’indennità spettante durante il congedo di maternità e, anche a tutela del datore di lavoro, la previsione di un periodo di preavviso che il lavoratore deve rispettare nel caso di fruizione del congedo di paternità, a seconda del Ccnl applicato dall’azienda. L’adeguamento dei trattamenti citati è previsto anche per i lavoratori autonomi e liberi professionisti (anche se questo sembra essere un aspetto ben più critico da attuare).

Sempre nel corso di 24 mesi il Governo deve riordinare ed incentivare le misure a favore del lavoro femminile, anche andando a modificare la retribuzione erogabile durante i periodi di assenza per malattia di un figlio. Ai fini di una maggiore conciliazione tra casa e lavoro, è importante che il Governo garantisca nuovi incentivi a tutti i datori di lavoro che promuovono forme di lavoro flessibile.

Dulcis in fundo, anche i giovani sono oggetto di discussione.

L’articolo 5 del Family Act stabilisce nuove riforme a favore della formazione e dell’autonomia dei figli anche attraverso l’introduzione di nuove detrazioni di imposta.

Sono decisamente numerosi (ed ambiziosi) gli obiettivi che il Governo italiano si è posto, senza contare che deve, peraltro, fare i conti con la situazione attuale del Paese (non certo delle migliori) e con le risorse attualmente disponibili.

Autore: Alberto Bortoletto – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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