Non solo croccantezza e gusto: perchè i ravanelli fanno bene?

Il ravanello è una radice commestibile la cui coltivazione, anche domestica, è molto diffusa in Italia, anche perché la facile germinazione e crescita lo rendono adatto ad un orto sul balcone, a patto che non riceva troppa luce diretta. Come cavolo, rucola o broccoli, appartiene alla famiglia delle Brassicaceae, o crucifere, ortaggi preziosi per la nostra salute, poiché ricchi di elementi nutritivi fondamentali per l’organismo.
Di origine orientale, è diffuso in tutta Europa, dove la sua raccolta avviene generalmente tra aprile e luglio, anche se quelli coltivati in serra si possono trovare tutto l’anno. In Cina e Giappone si coltiva da millenni, ma il suo gusto piccante era conosciuto e apprezzato anche dai Greci e dai Romani.



Profilo nutrizionale
Dalla buccia rossa (o bianca), polpa croccante e sapore leggermente piccante, il ravanello è una pianta monocarpica, ovvero produce un solo frutto all’anno. La radice è tonda e grossa, in quanto è ricca di proprietà nutritive utili per il successivo sviluppo del frutto e dei fiori (piccoli, di colore lilla o bianchi). Tra le tante varietà esistenti, si trovano quelle allungate, rotonde o cilindriche, oltre a quelle orientali, che possono sviluppare una radice di oltre 3 kg, come nel caso del daikon giapponese, o rafano bianco, diventato di tendenza alle nostre latitudini. In Italia generalmente si consuma la varietà radicola, piccola e rossa, dagli ottimi valori nutrizionali poiché composta principalmente da acqua: 100 grammi di prodotto contengono circa 15 calorie suddivise in 63% carboidrati, 29% proteine e 8% lipidi. Il ravanello è una fonte di carotenoidi (beta-carotene e luteina/zeaxantina), utili per la vista, di sulforafano e di indoli, sostanze considerate antitumorali. Inoltre, tra i suoi componenti troviamo:
 

Vitamina B (tra cui acido folico) Vitamina C Vitamina E Magnesio Fosforo Ferro Potassio


Le proprietà benefiche del ravanello
Anticamente questo ortaggio veniva usato come rimedio naturale contro febbre e infezioni della pelle, proprio in virtù delle sue caratteristiche; in particolare il ravanello vanta proprietà:

  • benefiche per il fegato e la cistifellea;
  • diuretiche, utili in caso di infiammazione ai reni;
  • sedative, contro tosse e bronchite, usato sottoforma di infusi o decotti;
  • depurative, per la salute dei reni;
  • lassative, seppur blande, in quanto i semi possono contribuire a regolarizzare il transito intestinale in caso di stitichezza.

Come accennato, è possibile coltivare il ravanello anche nell’orto o sul balcone, se ci si trova in un luogo a clima temperato, ben esposto, ma anche ben riparato dal sole diretto e dal troppo caldo. Alcune varietà crescono molto velocemente, per cui sarà sufficiente attendere 20 – 30 giorni per la raccolta, mentre quelle tardive richiedono circa 50 giorni. Dopodiché, è possibile utilizzare il ravanello in cucina sia crudo, sia cotto.

Crudo o cotto? Il ravanello in cucina
Il ravanello si presta molto bene a essere gustato in pinzimonio, o anche per un fresco antipasto estivo, utilizzato come “coppetta” vegetale, da farcire con formaggio dolce o delicato e erbette. Volete aumentare la croccantezza? Provate a tenerlo ammollo nell’acqua fredda per qualche ora prima di consumarlo.

Infine, le foglie, lavate e bollite, si possono aggiungere a zuppe e frittate per donare carattere al piatto. Del resto questo vegetale si può consumare in sicurezza, poiché non presenta particolari controindicazioni, anche se va ricordato che in elevate quantità può causare gonfiore addominale. È quindi sconsigliato in caso di colite, gastrite o calcoli renali.

Autore: Elena Rizzo Nervo – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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