Con la nuova legge di Bilancio dal 2023 confermato il ridimensionamento del Piano Transizione 4.0.
Dal 2023 il Piano Transizione 4.0 prosegue secondo quanto già stabilito negli anni precedenti, quindi con una sensibile riduzione delle aliquote di incentivo. Chi attendeva novità per mantenere gli incentivi al pari di quelli del 2022 o sperava almeno in qualche modifica migliorativa è stato deluso.
La legge di Bilancio 2023 non è intervenuta; l’unica novità positiva riguarda l’art. 1, c. 423 che ha previsto che per completare gli investimenti in beni strumentali 4.0 prenotati entro il 31.12.2022 ci sarà tempo fino al 30.09.2023 (anziché 30.06.2023); anche in questo caso si sperava una proroga al 31.12.2023.
Allo stato attuale quindi le aliquote di credito d’imposta per investimenti in beni materiali 4.0 dal 1.01.2023 saranno: 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 10% per investimenti da 2,5 milioni a 10 milioni di euro; 5% per investimenti da 10 milioni a 20 milioni di euro.
Un netto ridimensionamento rispetto al 40% che era previsto nel 2022 e al 50% che era in vigore nel 2021 per investimenti fino a 2,5 milioni.
Anche per i beni immateriali 4.0 (software, piattaforme, sistemi, applicazioni) l’aliquota scende dal 50% del 2022 al 20% per il 2023 nel limite di 1 milione di euro.
In merito al credito per ricerca, sviluppo e innovazione, anche in questo caso nessuna modifica delle aliquote, che restano per il 2023 quelle previste con le precedenti normative.
Non c’è stata alcuna proroga per il Credito Formazione 4.0 istituito dalla legge di Bilancio 2018, poi modificato e prorogato con la legge di Bilancio 2021 e dal decreto Aiuti di maggio 2022. Tale mancanza ha suscitato molta delusione tra gli addetti ai lavori, in quanto non si comprende come una misura finalizzata a sostenere la formazione del personale dipendente sulle tecnologie 4.0 possa essere lasciata decadere, nonostante resti in vigore fino al 2025 il credito d’imposta per gli investimenti 4.0 in beni materiali e immateriali.
Tale stop lascia ancora più perplessi in quanto il credito era stato potenziato con l’art. 22, D.L. 17.05.2022, n. 50, che ha aumentano il credito fino al 70% per le piccole imprese e al 50% per le medie imprese a determinate condizioni. Il Ministro dello Sviluppo Economico poi, con decreto 1.07.2022, ha stabilito le condizioni per l’applicazione della maggiorazioni, definendo i soggetti qualificati e prevedendo che “l’accertamento iniziale del livello di competenze di ciascun singolo dipendente avviene attraverso la somministrazione, su apposita piattaforma informatica, di un questionario standardizzato, secondo criteri e modalità stabiliti con decreto direttoriale del Ministro dello Sviluppo economico da emanarsi entro trenta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto” e “la maggiorazione delle aliquote del credito d’imposta formazione 4.0 è inoltre subordinata al superamento di un test finale da parte del dipendente partecipante al corso, da svolgersi secondo i criteri e le modalità indicate nello stesso decreto direttoriale”.
Peccato che tale decreto direttoriale, che individuerà le modalità di pubblicazione del questionario e l’accertamento delle competenze raggiunte da ciascun soggetto che ha partecipato al progetto formativo, non risulti ancora reperibile e pubblicato. Ora non resta che sperare che si trovi il modo e l’ok della Commissione Europea per utilizzare fondi PNRR disponibili e rifinanziare il Piano Transizione 4.0.
Autore: Matteo Rizzi – Sistema Ratio Centro Studi Castelli