Furti, il ladro d’auto diventa hi-tech

• Cresce il numero delle vetture rubate ogni giorno sulle strade italiane (287), diminuisce la percentuale di ritrovamento (meno del 40%). Nel 2018 di oltre 63.000 veicoli si sono perse le tracce (esportati clandestinamente o cannibalizzati per il mercato nero dei ricambi). Emerge dal Dossier annuale sui furti d’auto elaborato da LoJack.

• I furti d’auto, dopo 5 anni di costante calo, sono tornati a crescere: nel 2018 sono stati 105.239 gli autoveicoli sottratti, +5,2% rispetto ai 99.987 registrati nel 2017.

• Il fenomeno conferma la polarizzazione intorno a 5 Regioni in cui si concentrano oltre 84.000 episodi: Campania (21.577 furti, +8%), seguita dal Lazio (19.232 e + 4%), Puglia (17.818 e +14%), Lombardia (13.004 e +1%) e Sicilia (12.920 e +6%).

Le vetture più rubate sono FIAT Panda (circa 11.000 sottrazioni), FIAT Cinquecento (7.387), Punto (6.560), Lancia Y (3.752), Volkswagen Golf (2.661), Ford Fiesta (2.138), Smart Fortwo Coupè (1.824), Renault Clio (1.655), FIAT Uno (1.629) e Opel Corsa (1.277).

SUV – Anche nel 2018 si è confermato il focus delle bande criminali sui furti di SUV (+7%, da 4.623 a 4.940 unità), che conservano mediamente un valore economico più elevato (oltre € 20.000).

o Il fenomeno è concentrato in 3 Regioni: Lazio (1.189), Puglia (911) e Campania (909 e +38% nel 2018). La classifica dei SUV preferiti dai ladri vede nelle prime 5 posizioni: Nissan Qashqai (616 unità rubate), Range Rover Sport (550), Land Rover Evoque (416) e Toyota RAV 4 (359), Kia Sportage (287).

Furti hi-tech – Secondo le stime LoJack elaborate anche sulla base degli strumenti di ritrasmissione recuperati dalla Polizia, oggi in Italia il 25% dei furti di vetture e SUV dotati di Intelligent (chiave contactless che consente l’apertura/chiusura del veicolo a breve distanza), viene compiuto anche grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, in grado di beffare il proprietario della vettura in soli 30 secondi.

Due sono le modalità più utilizzate:

o riprogrammazione della chiave attraverso la presa di diagnostica interna della vettura;
o duplicazione del segnale della smart key (cosiddetto relay attack).
o Riprogrammazione della chiave attraverso la presa di diagnostica interna della vettura: avviene tramite la connessione fisica alla porta della diagnostica di bordo OBD. Il ladro forza la portiera in modo tradizionale per introdursi nell’abitacolo, collega un dispositivo alla porte OBD e ha così accesso alle informazioni riservate del transponder, ottenendo facilmente una nuova chiave nel giro di pochi secondi.
o Veicoli dotati di smart key: il cosiddetto relay attack avviene grazie a ripetitori in radiofrequenza. Il ladro capta il segnale della chiave elettronica in possesso del proprietario e lo fa rimbalzare sul ripetitore del complice (che aspetta nelle vicinanze della vettura). L’auto viene così ingannata e i sistemi di protezione azzerati.

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