Supply chain, valutazioni fiscali della catena distributiva 4.0

La supply chain (catena di distribuzione) è un insieme di processi integrati e dove si svolgono le attività che costruiscono la proposta di mercato aziendale. All’interno della supply chain vengono svolte le operazioni cruciali per il successo aziendale. Il design di supply chain efficienti è alla base del vantaggio competitivo aziendale nonchè di valutazioni di natura fiscale.

La supply chain può essere disaggregata in una serie interconnessa di talune attività aziendali, per esempio acquisizioni dei materiali, produzione e distribuzione dei prodotti finiti. In un mondo globalizzato, trovare la migliore combinazione nella realizzazione di queste attività è cruciale sotto diversi profili.

Molte aziende hanno compreso che il vantaggio competitivo dipende dall’efficace ed efficiente combinazione delle attività nella supply chain. La gestione dei rischi aziendali è migliore laddove la supply chain è ottimale. Inoltre, non da ultimo, la supply chain diventa il centro di ristrutturazioni (business restructurings) volte a ottimizzare tutti i costi aziendali.

La supply chain è costituita da due sottoprocessi: la pianificazione della produzione e del magazzino; la distribuzione dei prodotti finiti e logistica. La supply chain si basa sul concetto che nessuna organizzazione può essere in grado di realizzare tutte le operazioni aziendali. In un’economia globale le aziende sono focalizzate sulla specializzazione dei prodotti e dei processi.

Le business restructurings sono implementate per centralizzare le funzioni chiave. Con l’aiuto delle infrastrutture IT si ottengono sia la trasparenza dei processi, sia la disponibilità dei dati in tempo reale. Anche grazie ai sistemi ERP è relativamente facile gestire i processi aziendali dislocati in Paesi esteri anche molto lontani tra loro.

Una efficace supply chain dovrebbe raggiungere una moltitudine di risultati tra cui: soddisfazione del cliente fornendo ciò che vuole nei modi e tempi desiderati; minimizzazione delle scorte; riduzione dei rischi e contenimento dei costi aziendali.

Le decisioni relative alla supply chain implicano di stabilire i luoghi dove svolgere le funzioni aziendali. Queste decisioni hanno un notevole impatto fiscale. Localizzare le attività significa scegliere dove operare e di conseguenza gli impatti fiscali possono cambiare. Vi sono Paesi a bassa fiscalità e altri ad alto carico fiscale. Naturalmente la storia non finisce qui.

Infatti, Paesi diversi hanno anche tipologie di tasse diverse. Inoltre, molto diverso è anche il trattamento dei metodi per evitare la doppia tassazione tra le diverse nazioni. Questo è molto importante per le aziende multinazionali con un business globalizzato.

Talvolta, per ragioni di strategia aziendale, il ruolo delle succursali e delle filiali può cambiare nel corso del tempo. Funzioni, attività e rischi vengono spostate da un luogo ad un altro. I Paesi sono preoccupati perché queste decisioni solitamente comportano la riduzione delle entrate fiscali. Naturalmente questo è vero soprattutto per i Paesi ad alta o altissima tassazione e ad alto debito pubblico.

Le multinazionali spesso creano succursali estere al fine di esercitare attività specifiche. Questa scelta dovrebbe facilitare le valutazioni di transfer pricing.

Solitamente il cosiddetto CUP (Comparable Uncontrolled Price) è il punto di partenza per la determinazione dei prezzi di trasferimento anche se non sempre sono disponibili e comparabili. Combinare all’interno della stessa succursale sia la produzione che la vendita dei prodotti, potrebbe rendere ancor più complesse le valutazioni di transfer pricing.

Foto: archivio Qdpnews.it
Autore: Claudio Straffi – Sistema Ratio Centro Studi Castelli

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