Il 4 ottobre è la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia: questo nome è amato e diffuso, e per la prima volta nel 2013 è stato scelto da un pontefice nella storia della Chiesa, Jorge Mario Bergoglio.
La festa di San Francesco di questo Giubileo della Speranza è la chiave di volta del triennio 2023-2026 del centenario francescano indetto dalle famiglie dei figli del Serafico. Con la celebrazione del Transito di venerdì sera 3 ottobre, infatti, siamo entrati nell’Anno dell’VIII Centenario della morte del santo di Assisi, avvenuta il 3 ottobre 1226 alla Porziuncola.
In passato questa data ha segnato una festa nazionale in Italia, poi soppressa: essa sarà ripristinata a partire dal 2026, grazie a un provvedimento legislativo che proprio nei giorni scorsi è stato approvato con voto bipartisan dai due rami del Parlamento.
Si tratta di un santo che continua ad avere grande fascino nella cultura e nella società contemporanea, come dimostrano le recenti pubblicazioni di successo fra i lettori dedicati proprio al santo di Assisi.
I valori di povertà, di autenticità del messaggio evangelico, di pace e di armonia con il Creato rimangono i perni fondamentali che da sempre incarnano la figura di straordinaria santità e attualità di Francesco d’Assisi, che anche in Veneto ha sempre goduto di una grande devozione popolare e di una presenza diffusa di congregazioni religiose a lui ispirate, attive e partecipi della vita della comunità ecclesiale e civile.
La biografia
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, nel pieno del fermento dell’età comunale.
Figlio di un mercante, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo ricercò la gloria tramite le imprese militari, finché comprese di dover servire solo il Signore. Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni.
Nel 1209, in seguito a un’ulteriore ispirazione, iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l’approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per le strade e le piazze d’Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al Secondo Ordine francescano, e fondò un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì la sera del 3 ottobre del 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.
Fu canonizzato da papa Gregorio IX il 16 luglio 1228. Papa Pio XII proclamò lui e santa Caterina da Siena Patroni Primari d’Italia il 18 giugno 1939.
I resti mortali di colui che è diventato noto come il “Poverello d’Assisi” sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore (in foto).
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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