Non è prematuro! I bravi ortolani in piena estate guardano avanti, alla prossima stagione piovosa, iniziando la progettazione delle colture autunnali. Molte specie di orticole infatti hanno dei cicli vegetativi e di sviluppo lunghi anche tre o quattro mesi e per questo vedranno la maturità in pieno autunno. Quindi – continuando a raccogliere e curare le coltivazioni estive – si può iniziare con un semenzaio all’aperto per indivia, scarola, lattuga, porro, radicchio di Castelfranco e di Verona. Si possono anche trapiantare in pieno campo i cavoli, radicchio di Chioggia e sedano.
Visto che stiamo sostituendo gradualmente le coltivazioni, un occhio di riguardo va dato alla rotazione degli ortaggi. La regola da seguire è tutto sommato semplice: coltivazioni che richiedono un forte consumo di risorse del suolo devono alternarsi con quelle che invece consumano poco o addirittura arricchiscono il substrato. Tra le prime troviamo sicuramente le solanacee (come pomodori e peperoni) mentre tra le seconde sicuramente sono da prendere in considerazione le leguminose e le cicorie. Insalate e biete sono medie consumatrici e possono essere intervallate tra le due tipologie suddette.
Questo tipo di approccio è sostenibile per l’ambiente e inoltre garantisce anche una certa resistenza delle piante ai patogeni: specie diverse su medesimi terreni interagiscono con i parassiti in modo da allontanarli. Al contrario, coltivare sempre le stesse specie nei medesimi spazi rischia di aumentare la probabilità di parassitosi. Anche qui la diversità offre tutte le sue garanzie per un orto in salute.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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