La “fase due” con i bambini: come gestire il ritorno al lavoro con asili, centri estivi chiusi e senza i nonni

La cosiddetta “fase 2” della crisi Coronavirus mette in difficoltà le tantissime famiglie con bambini che si trovano a riprendere la loro attività lavorativa fuori da casa, con asili e scuole chiuse fino a settembre o forse ottobre, senza l’ausilio dei centri estivi e senza poter contare sui nonni.

Yoopies, la piattaforma internazionale di incontro fra domanda e offerta di assistenza all’infanzia e servizi alla famiglia, ha chiesto alla sua community di famiglie come affrontano la situazione.

Dopo il 4 maggio la metà dei genitori ha affermato che riprenderà l’attività professionale fuori casa. In base ai dati emersi dallo studio Yoopies, le famiglie prese in esame si divideranno in due gruppi: il 53% sarà formato da entrambi i genitori al lavoro e il 47% in cui uno su due genitori potrà rimanere a casa lavorando in smart working o senza lavorare causa sospensione dell’attività lavorativa.

Senza asilo e scuola è diverso il caso delle famiglie senza piano B, ossia i genitori che dovranno tornare al lavoro fuori casa: fra le soluzioni per la gestione e la cura dei figli emergono varie possibilità, tra cui il ricorso ad una baby sitter (50%) e l’aiuto di amici e parenti (30%).

Rimane escluso un 20% di genitori che dichiara di non aver ancora trovato una soluzione e di star pensando all’estrema possibilità di sospendere ulteriormente la propria attività lavorativa: “Non potendo permettermi per tutto il tempo babysitter ed essendo madre single non so come organizzarmi” oppure “L’unica possibilità è che io, la mamma, negozi con la mia azienda un periodo di congedo non pagato” affermano le genitrici.

Il 48% dei genitori ha già richiesto o intende richiedere il bonus baby-sitting emergenza Covid-19 valutandolo, però, insufficiente per coprire la reale esigenza legata all’emergenza: il bonus non copre nemmeno un quarto delle spese da sostenere per due bambini tenuti 8 ore da una baby sitter per 5 giorni alla settimana per i prossimi 5 mesi.

Anche i genitori che potranno rimanere a casa coi figli dopo il 4 maggio, di cui il 52% lavorerà da casa in smart working, avvertono la difficoltà di conciliare la vita professionale con la gestione dei bambini, sia per chi ha bimbi più piccoli, alla cui cura è necessario dedicarsi, sia per chi ha bambini in età scolare che hanno bisogno di supporto per compiti ed accompagnamento scolastico.

In conclusione i dati sono allarmanti: il 75% dei genitori dichiara infatti di fare molta fatica a portare a termine i progetti di lavoro dovendosi occupare dei bambini e le soluzioni disponibili non risultano all’altezza delle necessità evidenziate.

(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto: web).
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