Cervia, suggestiva località balneare in provincia di Ravenna, nel cuore della costa romagnola, svela un sottile legame con il Veneto, in particolare con la città di Chioggia.
Una storia che mostra come i territori, seppur appartenenti a regioni differenti, siano in realtà legati tra loro da un filo sottilissimo, fatto di vicende e aneddoti particolari.
Un legame tra Cervia e la zona di Chioggia svelato grazie a Borgo Marina, borgo situato lungo il porto canale e a pochi passi dall’imponente Torre San Michele.
Un borgo oggi scelto dai turisti per trascorrere le serate nei numerosi localini tipici (tutti con nomi a tema marinaro) oppure negli eventi organizzati dal Circolo dei pescatori (che quest’anno compie 50 anni), senza scordare la manifestazione “Borgomarina – Vetrina di Romagna” che, tutti i giovedì da maggio a settembre, grazie ai suoi artigiani rende ancora più suggestivo lo scenario.


Ma quando nasce Borgo Marina e qual è la sua storia?
La sua vicenda ha inizio nel 1833, quando un certo numero di pescatori, provenienti da Chioggia e dall’area del Delta del Po (alcuni da zone più a sud della costa romagnola, da Comacchio e Goro) arrivò proprio a Cervia, creando un quartiere formato da capanne.
Gli abitanti locali li soprannominarono “magna pes”, ovvero “mangia pesci”, considerandoli degli stranieri ed emarginandoli.
L’economia di Cervia, infatti, si basava principalmente sulla produzione del sale, grazie alle numerose famiglie di salinari lì residenti.
Fu così che il mondo della marineria cervese crebbe grazie alle migrazioni dei pescatori provenienti dal Veneto i quali, nel corso dei decenni, costruirono delle case a schiera a Borgo Marina, a ridosso della riva destra del porto canale e al di fuori del quadrilatero del centro storico di Cervia.
Ognuna di colore differente, le case riproducevano le tinte tipiche della laguna veneta, componendo così, nei primi decenni di vita del borgo, una realtà separata dalla cosiddetta “città del sale”, come viene ancora oggi identificata Cervia.


La stessa cosa vale per le sfumature delle vele di questi pescatori a Cervia, il giallo e l’arancione, presenti anche in ambiente lagunare.
Le vele consentivano il riconoscimento in mare di chi si trovava a bordo e, allo stesso tempo, erano presenti sulle “tavelle” in ceramica posizionate sulla facciata delle abitazioni dei pescatori, per indicare chi ci abitava.
Ancora oggi all’esterno delle case dei pescatori di Borgo Marina si vedono queste tavelle, ognuna indicante il nome degli abitanti e la vela abbinata.
Si deve infatti sapere che le diverse vele (dalle trame differenti, alternando i colori giallo e arancione) venivano tramandate in famiglia, identificando il cosiddetto “paròn” di casa.
Intanto, il pesce pescato diede nuova linfa all’economia del luogo, entrando al centro delle prime strutture ricettive e creando di fatto un nuovo sbocco di mercato: nel tempo, ad esempio, nacquero forme di pescaturismo, ovvero gite in mare organizzate per i bagnanti.
Ancora oggi le case dei pescatori di Borgo Marina rappresentano un patrimonio inestimabile, oltre che la testimonianza oggettiva di quella che fu la vita di un tempo e dello scenario realizzato grazie ai pescatori chioggiotti.


Tra queste abitazioni (molte delle quali ristrutturate o in fase di ristrutturazione) si mostra ancora oggi Casa Sartini, antica casa dei pescatori risalente al 1908, all’epoca composta da una grande stanza da letto per tutta la famiglia, una cucina con camino e l’uscio che dava direttamente sulla banchina, dove si trovavano le reti da aggiustare.
Una storia, quella di Borgo Marina, che svela quanto un territorio si intrecci a un altro, con storie e ricordi. Come quelli che legano Cervia a Chioggia.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata