Zaia e la chiusura delle discoteche: “Non pensiate che il problema sia risolto, ora difficile intercettare i giovani”

In merito al provvedimento nazionale di ieri sulla sospensione delle attività delle discoteche, delle sale da ballo e dei locali assimilati, il governatore Luca Zaia ha dichiarato che è innegabile che una condizione di assembramento si possa creare con più velocità in un locale notturno rispetto ad altre parti, ma non sarebbe corretto dire che grazie alla chiusura delle discoteche sia stato risolto il problema.

“Sinceramente vi annuncio che io non faccio nessun provvedimento restrittivo – ha affermato il governatore Luca Zaia – perché mi sembra più che sufficiente vedere chiusi questi locali per i quali io ho chiesto che siano ristorati finanziariamente perché sono delle attività produttive, anche se qualcuno pensa che siano qualcosa di infinitesimale, che soprattutto nella Riviera Adriatica da noi e nella Costa Romagnola da Bonaccini pesano tanto anche a livello occupazionale”.

Voi mi spiegate come riusciremo a intercettare milioni di giovani senza fornire un servizio di aggregazione notturno? – precisa – Se esistono Ibiza, Mykonos, Formentera e altre realtà è perché hanno comunque questo prodotto. Siccome abbiamo 32 milioni di presenze turistiche (si parla di spiagge) capite che c’è un bel contingente di giovani che viene da noi e sul quale dobbiamo investire. Non vorrei che qualcuno pensasse di essersi messo la coscienza in pace chiudendo le discoteche perché hanno diritto, come tutte le attività economiche, a un ristoro e sono il settore che non ha preso nulla fino ad ora”.

Il presidente della Regione Veneto è tornato anche oggi sul fenomeno del gran numero degli asintomatici al Coronavirus rispetto ai quali si è aperto un grande dibattito scientifico perché c’è chi dice che gli stessi non sarebbero tutti uguali dal punto di vista della carica virale.

“Noi non possiamo abbassare la guardia – ha affermato Zaia – Avete visto che in questo fine settimana ho voluto abbandonare un po’ l’idea di chiamare per farsi fare il tampone, ma non nego che per me è un test, perché ho voluto provare a ottimizzare il processo. Siamo l’unica comunità che ha investito sugli accessi diretti (dalle ore 7 alle 13). Ha funzionato e abbiamo fatto, rispetto ai vacanzieri, quasi 14 mila tamponi in due giorni. Sto parlando del weekend di Ferragosto e questa cosa l’ho fatta mettere in piedi venerdì (Su 13 mila 866 tamponi ci sono stati 37 positivi tra i vacanzieri)”.

Sono stati attivati diversi punti di accesso diretto nel territorio e Zaia, dopo aver ringraziato i direttori generali delle Ulss per il grande impegno, ha affermato di volerli rendere più capillari nel territorio.

Questi i dati di oggi, lunedì 17 agosto 2020, sull’emergenza Coronavirus nella Regione Veneto: 1 milione 380 mila 393 tamponi, 1 milione e 200 mila test rapidi, 21.256 positivi dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, 6.394 persone in isolamento, 119 ricoverati in area non critica, 5 terapie intensive, 2.096 morti in totale e 3.795 dimessi.

In questo momento, i positivi al Covid-19 in Veneto sono 1.634 (25,55% dei positivi rispetto alle persone in isolamento), quelli che stanno male sono 65 (0,03%: percentuale dei sintomatici sui positivi) mentre rispetto ai 6.384 soggetti in isolamento, i 65 sintomatici sono lo 0,01%.

Inoltre, Zaia ha spiegato che il test rapido sarà il futuro dello screening per il Coronavirus e che questa emergenza epidemiologica sta costando alla Regione Veneto 235 milioni di euro fuori bilancio (tutta la procedura per un tampone classico costa circa 25 euro).

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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