Guanti, secchio, torcia, giubbetto catarifrangente e occhi attenti: sono questi gli strumenti in dotazione ai volontari di SOS Anfibi ODV che dal periodo di metà febbraio scendono in strada per la loro missione: salvare gli anfibi in migrazione.
Fra i vertebrati, gli anfibi sono la classe più minacciata a causa delle attività umane e delle trasformazioni dell’ambiente: oggi oltre un terzo delle 6 mila specie di anfibi risulta minacciata dal pericolo di estinzione.
Per questo nel 2013 è nata l’organizzazione SOS Anfibi ODV, raccogliendo sotto lo stesso nome volontari di altre associazioni e privati cittadini.
L’obiettivo sta nel monitorare il periodo in cui questi piccoli animaletti escono dal letargo invernale per riprodursi in zone umide: per evitare che nello spostamento finiscano in strada e quindi schiacciati dalle auto (letteralmente a migliaia), i volontari posizionano delle reti di protezione temporanee lungo i tratti più interessati dalle migrazioni: da lì si potranno prelevare e trasportare in sicurezza verso le aree di riproduzione varie specie di anfibi, principalmente rospo comune, rana di Lataste e rana dalmatina, che sono i protagonisti di questa vera e propria migrazione di massa.
Ma la stagione degli amori richiama anche altre specie: rane verdi, raganelle, rospi smeraldini, tritoni, salamandre. “Una ricchezza di biodiversità che è sempre più in pericolo e che è doveroso conservare per preservare non solo questi animali ma l’intero equilibrio naturale che solo questa ricchezza e varietà di specie possono garantire.
“I siti di cui ci occupiamo sono cinque – spiega la presidente Alessandra Bogo -: i tre più grandi sono il tratto della Panoramica del Montello tra Crocetta e Volpago, il Bosco del Fagarè di Cornuda e l’area a Cavaso del Tomba tra Granigo, Virago e il golf Club.
Altri siti più piccoli, ma non per questo meno importanti, sono il laghetto Benzoi nella presa 13 Nord del Montello e il laghetto Antille nel Comune di Treviso. In queste aree ogni anno installiamo più di 7 km di reti e salviamo più di 30 mila anfibi”.
I volontari iniziano le perlustrazioni dei siti interessati all’imbrunire delle sere più miti, quando gli anfibi, che sono animali notturni, si attivano. Il monitoraggio delle reti ai lati della strada e la raccolta dei piccoli animaletti dura qualche ora: durante la ricognizione vengono messi in un secchio per poi venire rilasciati nei pressi di zone umide per riprodursi senza più incontrare situazioni di pericolo. “Salvare gli anfibi in questa fase è fondamentale non solo per conservare gli adulti ma anche per preservare le future generazioni: se le femmine cariche di uova vengono schiacciate non vi saranno deposizioni e quindi non vi saranno nuovi nati con un forte incremento di perdita di popolazione“.
Alessandra però spiega che non finisce qui: “Dopo circa quindici giorni, terminata la fase di deposizione e fecondazione delle uova, gli anfibi tornano da dove sono venuti: questa è la cosiddetta “migrazione di ritorno”. In questa fase sono più agili e reattivi perché si sono “alleggeriti” (le femmine dalle uova) e nutriti, infatti questi animali mangiano esclusivamente dopo essersi riprodotti.”
La presidente esplicita l’importanza di soluzioni definitive e del ruolo dei volontari: “Per preservare le vite degli anfibi in attraversamento la soluzione più efficace e definitiva sono indubbiamente le barriere di protezione fisse e di tunnel sottostradali, in modo che gli anfibi, ma anche la piccola fauna, possano spostarsi senza intersecare la strada. Finché queste soluzioni, già presenti da anni in molti Paesi europei e in altri siti italiani, non arriveranno anche da noi è necessario predisporre delle barriere mobili temporanee, che comportano la presenza costante di persone per raccogliere gli animali bloccati e l’utilizzo di manodopera per posizionare e rimuovere periodicamente le barriere. Per questo è fondamentale ogni anno riuscire ad avere una grande partecipazione di volontari”. La vita di questi piccoli animali, in sostanza, dipende dalla sensibilità dell’uomo.
Le iscrizioni a SOS Anfibi ODV sono sempre aperte a qualsiasi appassionato volontario o a chiunque voglia provare l’esperienza poco comune di entrare a stretto contatto con il mondo anfibio. SOS Anfibi raccomanda agli automobilisti di guidare con prudenza nelle zone soggette a migrazioni per non schiacciare quegli anfibi più scaltri, sfuggiti alle maglie delle reti, all’istintiva ricerca della libertà e per non creare situazioni di pericolo per i volontari al lavoro (per info 3496641147 sosanfibi@gmail.com).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it