Anodica Trevigiana “veste” gli elettrodomestici e reagisce in rete ai contraccolpi del mercato: “Decisivo uscire dalla comfort zone”

Organizzazione interna, giusto valore delle persone e alleanze in rete con altre imprese: Anodica Trevigiana Spa, sede a Codognè, sciolte le briglie cavalca il cambiamento insieme ai suoi ottanta dipendenti, per la metà donne.

L’azienda produce componenti, soprattutto decorativi ed estetici per gli elettrodomestici e collabora con i clienti a definire materiali e tecnologie. Nel 2020 il fatturato è stato di 11 milioni di euro, generato per il 70% all’estero.

“L’anno successivo, nel 2021, siamo arrivati a quasi 15 milioni con dei buoni risultati, nonostante la situazione difficile” spiega l’ingegner Giorgio Zanchetta, presidente e maggiore azionista.

L’esercizio in corso è invece iniziato in uno scenario già un po’ grigio, divenuto piuttosto nero per la guerra Russia – Ucraina che ha determinato un nuovo balzo dei costi di energia e materiali.

“La nostra materia prima più importante è l’alluminio, e in tutti gli anni della mia carriera di lavoro non ho mai visto aumenti in tempi così rapidi e a livelli inaspettati che rendono molto critiche la sopravvivenza delle imprese e la continuità della produzione. Non dobbiamo arrenderci, qui s’innesta la necessità della ricerca nel campo dei materiali”.

Ai contraccolpi del mercato il sistema produttivo reagisce con alleanze tra imprese. Anodica Trevigiana fa parte di una rete già attiva da alcuni anni fra aziende presenti nei comparti automotive, elettrodomestico e sport system.

“Se il mercato assunto come riferimento è quello dell’automotive, l’obiettivo che tiene insieme Lucchese, FMB, La Futura, Ric e Anodica è di lavorare con i metodi migliori possibili con persone il più preparate possibile. Ognuna di queste aziende affronta mercati molto difficili con prodotti in plastica o in carbonio o in alluminio e sono soprattutto guidate da imprenditori che hanno l’obiettivo della qualità”.

Una volta al mese, con sede a rotazione, le aziende della rete coordinata da Giorgio Zanchetta promuovono incontri per i responsabili di diverse mansioni. “Siamo partiti con i responsabili della qualità che, nella nostra rete, costituiscono una specie di club, di gruppo di lavoro che si forma e si allena attraverso uno scambio di audit nelle aziende della rete: questo scambio di esperienze professionali crea talenti all’interno delle diverse aziende, che maturano capacità e professionalità ai livelli migliori. Ci aggiorniamo anche tra noi imprenditori, sia con incontri periodici sia partecipando a iniziative di formazione con esperti di società specializzate” afferma Zanchetta.

Anche i responsabili della qualità hanno partecipato a corsi esterni su Green Belt, Black Belt e Six Sigma, metodiche della qualità di eccellenza usate nel mondo dell’automotive, mercato-obiettivo di ognuna delle aziende della rete.

Strategie mirate che raggiungono punte di progettazione molto elevate riguardano le risorse umane. Così Zanchetta descrive l’identikit ideale delle persone da assumere: “Penso che non sia importante cosa il candidato sa fare, ma quali sono i suoi valori. E il nostro valore di riferimento è il cliente, interno ed esterno. Dovendo poi essere nel lavoro sincroni, adattabili e flessibili, occorre che i collaboratori si capiscano a schiocco di dita e che siano portatori di soluzioni e non di problemi. Abbiamo di recente scoperto anche un modo nuovo di ricerca di personale: abbiamo infatti messo a concorso delle posizioni riservate a personale interno. Il beneficio per il collaboratore è fantastico e positivo per l’organizzazione. È vero, quando ad una posizione concorrono più persone interne, si deve non deludere chi non è stato scelto, dando valore alla sua proposta di miglioramento”.

Il lavoro interno è organizzato per piccole filiere. Ogni collaboratore ha le competenze per svolgere tutte le mansioni della propria squadra. In questo è stato importante lo stimolo del Covid: il rischio era di bloccare la produzione per le assenze. Da qui Zanchetta ha sviluppato l’organizzazione per team che opera in sincronia, come in un ballo di gruppo dove bisogna stare attenti ai passi che si fanno, ma anche andare a tempo con chi sta a lato o dietro.

Poi si è compreso che non basta più la sincronia, serve anche una certa capacità di cavalcare l’onda per non subire le situazioni esterne.

Questo passaggio è stato molto difficile, perché le persone, imprenditore in testa, erano abituate da tanti anni a fare le stesse cose e nello stesso modo: uscire dalla comfort zone e cercare di imparare qualcosa di più è stato un passo importante e molto stimolante.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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