Oggi l’ultimo saluto al 25enne Riccardo Gava: “Il vuoto che hai lasciato sarà incolmabile”

Oggi l’ultimo saluto al 25enne Riccardo Gava

Una vita spezzata troppo presto, a soli 25 anni: è questo il pensiero che sicuramente era nelle menti di tutti coloro che oggi hanno partecipato al funerale di Riccardo Gava, coneglianese residente nel quartiere di Campolongo, deceduto a causa di una malattia.

Ad attendere il feretro, cosparso di rose rosse e bianche, erano schierati anche i giocatori del Calcio Campolongo, assieme agli amici del giovane, che hanno accompagnato la bara all’interno della chiesa parrocchiale.

All’arrivo del feretro, gli amici hanno messo sopra due maglie, una da calciatore, con i colori azzurro-bianco della squadra in cui ha giocato, e l’altra bianca, firmata da tutte le persone che gli hanno voluto bene.

Nel frattempo, la comunità si è stretta attorno a papà Stefano e a mamma Monia, alla fidanzata Elisabetta e ai parenti del ragazzo, per far sentire loro la propria vicinanza.

Una cerimonia molto partecipata, tanto che svariate persone hanno seguito la funzione nel piazzale esterno della chiesa. Non è mancato il sindaco di Conegliano Fabio Chies, accompagnato dal vicesindaco Claudio Toppan, dagli assessori Primo Longo, Gianbruno Panizzutti e Claudia Brugioni.

Oltre a loro, anche dirigenti e dipendenti del Comune di Conegliano, dove mamma Monia lavora, ex insegnanti e compagni di classe dei tempi delle superiori, al liceo Marconi della città.

Tutti, in rigoroso silenzio, hanno accompagnato Riccardo in questo suo ultimo viaggio, arrivato troppo presto per lui.

Ed è proprio al silenzio che il sacerdote celebrante, don Michele Maiolo, ha fatto riferimento nella propria omelia.

“Diciamo grazie per come Riccardo ha vissuto la sua esistenza e tutto quello che ha donato – la premessa del parroco – Il silenzio potrebbe bastare: il silenzio e le lacrime di chi l’ha conosciuto”.

Il silenzio sembra una voce adatta a questo dolore – ha proseguito – Abbiamo compreso quanto è fragile la vita, che può essere interrotta da una malattia improvvisa”.

Il sacerdote ha quindi fatto riferimento alla fede come strumento di conforto in simili momenti: “Siamo dentro a un immenso abbraccio di un Padre che ci attende, per una vita senza fine – le parole di don Maiolo – La fede ci dà la possibilità di stare dentro agli eventi della vita: la volontà del Padre è di non perdere nessuno di noi”.

Il parroco ha poi ricordato il dolore provato da Cristo in croce, un momento in cui “ha affrontato l’esperienza della morte”.

“Abbiamo la possibilità di guardare a Cristo crocifisso e, a volte, possiamo concederci il permesso di arrabbiarci con lui”, ha aggiunto, per poi rivolgersi ai genitori del giovane: “Ciò che vi sosterrà sarà il vostro amore di coppia e la fede”.

Don Maiolo ha quindi menzionato la bontà di Riccardo, il suo altruismo, la determinazione che lo ha condotto alla laurea, soltanto una settimana prima della sua morte.

“Ciò che mi ha colpito è stata la sua determinazione, nonostante avesse tutte le giustificazioni per non andare avanti – le parole del sacerdote – Oggi Riccardo lascia una testimonianza, che diventa una lezione importante di vita. Dico ai giovani di vivere in pienezza ogni progetto, ogni relazione: se ci impegniamo a metà, sarà solo maggiore la delusione e la stanchezza”.

“Riccardo ha vissuto così: vivendo in pienezza – ha aggiunto – Alla fidanzata Elisabetta dico che avete vissuto un periodo breve, ma in pienezza”.

Nel corso della celebrazione, don Maiolo ha letto le parole scritte dai genitori, che hanno ringraziato medici e infermieri “per l’affetto dato a Riccardo”, le associazioni Ail (che si occupano della lotta contro la leucemia) di Treviso e Milano.

Ma il momento di massima commozione dei presenti è stato il momento della lettura di una pagina di ringraziamenti, inserita da Riccardo nella sua tesi di laurea magistrale in Ingegneria elettrica: lì il 25enne ha ringraziato i docenti dell’Ateneo di Padova, anche per la “vicinanza di questi mesi”, i medici, tutti coloro che gli hanno dimostrato vicinanza.

Un pensiero speciale il giovane l’ha indirizzato ai genitori, per i sacrifici fatti e i consigli durante gli anni dell’università, e alla fidanzata, che l’ha sostenuto fino all’ultimo: “Abbiamo affrontato troppo, in troppo poco tempo”.

Poi la parola è passata agli amici, che in diverse lettere hanno ringraziato Riccardo per il suo altruismo, dimostrato anche durante gli anni della scuola, in cui si era prestato a dare loro ripetizioni e aiuti in matematica.

Hai dato a tutti un gran esempio di tenacia – hanno scritto – Grazie perché sei sempre stato un esempio di carattere e determinazione”.

“Con grande rammarico ti accompagniamo in questo lungo viaggio – hanno proseguito – Hai sempre dato il tuo aiuto senza farlo pesare. Se oggi siamo medici, architetti e ingegneri, è anche merito tuo”.

“Tu, di tempo, ne hai avuto troppo poco, ma hai saputo sfruttarlo – hanno aggiunto – Il grande vuoto che hai lasciato, sarà incolmabile. Fai buon viaggio. Ciao Ciccio”.

La funzione ha dato poi spazio al saluto finale all’esterno: prima della partenza del feretro, gli amici hanno lanciato in aria una serie di palloncini azzurri e neri.

Poi si è levato un applauso. Un applauso a questo giovane che, nonostante la vita non sia stata benevola con lui, ha sfruttato fino all’ultimo il tempo che gli rimaneva. E per questo sarà ricordato.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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