Stando ai progetti originali, la Strada Pedemontana Veneta avrebbe anche dovuto rimuovere parte del traffico, specie quello dei mezzi pesanti, dalla provinciale Schiavonesca-Marosticana SP248, dando un’alternativa più scorrevole e veloce a due corsie. Dopo la scelta di collocare un casello a Riese Pio X, proprio l’incrocio di Onè di Fonte si è tuttavia rivelato essere di nuovo un’intersezione critica, perché attraversato verticalmente (lungo via Montegrappa a nord e via Castellana a sud) anche da tutti coloro che provengono dalla Valcavasia e dai paesi ai piedi del Grappa.
L’incrocio di Onè, regolato da quattro lampade semaforiche, soffre un volume di traffico enorme, con punte di circa mille veicoli all’ora: dopo uno studio condotto per volontà dell’amministrazione, è stato definito “obsoleto” anche dai tecnici. Alcuni residenti e commercianti si dicono esasperati soprattutto per i gas di scarico delle auto in sosta, per il rumore, per i frequenti incidenti. Si tratta di una problematica ormai ben nota a tutti,
L’ingegner Eros Cavallin, chiamato dal sindaco Luigino Ceccato ieri sera, giovedì 14, per spiegare ai cittadini il progetto della nuova rotonda, ha spiegato che attualmente l’utenza debole, quindi specialmente i pedoni, hanno pochi spazi a disposizione e che l’incrocio richiede un tempo di attesa di sessanta secondi: nell’ipotesi progettuale, un’ampia rotonda dal diametro di circa quaranta metri, un’isola centrale di ventitré metri, entrate da tre metri e mezzo e quattro uscite da quattro metri e mezzo, dovrebbe consentire di ridurre il tempo di attesa medio a dodici secondi.
“In questo modo l’utenza debole avrebbe un buon miglioramento del suo status e le aree di camminamento sarebbero più ampie – ha spiegato l’ingegnere, – Ogni attraversamento potrà essere diviso in due con un’isola di traffico che consente maggiore sicurezza”.
Nell’area a sud, dove sarebbe necessario demolire alcuni edifici, sarebbe previsto uno spazio verde e una zona commerciale, modulare sulla base delle esigenze del paese, e vari parcheggi. Anche allo spostamento dei sottoservizi e delle utenze c’è stata una risposta positiva da parte dei gestori.
I requisiti per la realizzazione della rotonda la rendono un progetto ambizioso ma la giunta conta di portare il progetto in approvazione del Consiglio e poi agli enti come Provincia e Regione entro il 2024, anche con il supporto delle associazioni di categoria e dei Comuni limitrofi.
Il costo, lievitato a causa delle demolizioni, è di circa 950mila euro, da sommare all’acquisizione di circa quattromila metri quadri di terreno. Nel caso di un esito positivo, il sindaco Ceccato ha parlato di uno sperato inizio lavori nel 2025, anche se bisognerà considerare la trattativa con i proprietari degli stabili da demolire.
Un cittadino ieri sera ha proposto di ovviare al problema del traffico con una tangenziale esterna, portando l’esempio di Riese, ma sindaco e assessori hanno risposto che “è necessario lavorare nel concreto e nelle possibilità che abbiamo oggi. Queste idee sono belle, ma rischiano di rimanere solo idee”.
In effetti, se una rotonda sfiora il costo di un milione di euro, una tangenziale esterna potrebbe costarne quindici, con un notevole consumo di suolo. La rotonda, con un progetto raffinato rispetto alla scorsa presentazione pubblica, dovrebbe comunque ridurre l’immissione di gas di scarico delle automobili del 41% circa, con una velocità di percorrenza media di 20 chilometri orari invece che soste e ripartenze continue.
I disagi del traffico intenso non riguardano tuttavia soltanto la piazza di Onè: anche la stretta via Castellana rappresenta un punto critico della viabilità fontese. “Se due camion si incontrano, devono chiudere gli specchietti retrovisori per non toccarsi” ha spiegato Ceccato, facendo riferimento anche a episodi di collisione e recenti incidenti stradali.
Ieri è stata citata anche via Palladio, che in futuro potrebbe venire regolata con un senso unico per garantire maggiore sicurezza in ambe le direzioni di marcia. Opere complementari, per le quali il Comune di Fonte sente di poter avere l’appoggio degli enti di competenza e dei Comuni vicini, presentando loro un progetto che – lentamente e a stralci – potrebbe portare Onè a respirare di nuovo.
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