Toponimi Alta Marca, Fregona: sulle tracce di un tesoro che matura nelle viscere della terra

La ricerca dei toponimi trevigiani ci conduce oggi alle porte, anzi alla vera porta, di una delle più belle foreste d’Italia. Siamo a Fregona, Comune di duemilasettecento anime, sparso sulle pendici e sull’altopiano del Cansiglio, l’antico “bosco da remi” della Serenissima Repubblica.

Numerose le congetture sul toponimo, prima fra tutte la possibile assonanza con il nome di un personaggio di origine sassone, tale Fridrich, del quale tuttavia non si sa nulla se non che potrebbe aver italianizzato il proprio appellativo mutandolo in Fedrigo, Frigo o Frigón.

La presenza di genti longobarde è all’origine di una seconda teoria secondo la quale Fregona si chiamerebbe così per via del torrente Friga, nome a sua volta derivato da rig che, nella lingua dei sudditi di re Alboino, sta a significare fenditura o rio.

Più azzardato infine il tentativo di accostare Fregona a frigus, freddo o fresco, probabile conseguenza della corruzione fonetica piuttosto che di una vera sedimentazione storico linguistica.

L’accertata presenza, nel territorio, di popolazioni germaniche ha infine sollecitato un’ulteriore ipotesi, remota ma suggestiva: l’esistenza di un’area sacra, oggi scomparsa, dedicata al culto della divinità norrena Frigg (o Friga / Freyja), sposa di Odino e “signora del cielo”.

Curiosa coincidenza: Freya è il nome di un intraprendente tricheco divenuto la star del fiordo di Oslo e recentemente abbattuto dalle autorità norvegesi per la sua eccessiva inclinazione ad avvicinarsi agli esseri umani.

Ma torniamo a Fregona, nell’anno Mille nota anche come “Furgona” o “Fregone”, fulcro di un ambiente nel quale foreste secolari, ruscelli incassati nella roccia e grotte scavate nella piera dolza (la pietra tenera) contribuiscono a modellare un ambiente unico e affascinante.

Senza indugio partiamo alla scoperta dell’ambiente naturale fregonese, delle tradizioni cimbre, degli edifici storici retaggio di un glorioso passato militare e religioso. Il formaggio affinato nelle grotte del Caglieron accompagnato da un calice di Torchiato DOCG sarà la meritata ricompensa per le nostre fatiche.

(Autore: Marcello Marzani).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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