Non convince lo spostamento provvisorio della campagna di screening oncologico a Godega: “Disincentiverà i controlli”

La decisione di spostare le attività di screening oncologico nell’ex ufficio igiene di via Nazionale 44 a Godega di Sant’Urbano, vicino al Blue Medical Center, non è andata proprio giù a una cittadina di Vittorio Veneto che ha affidato ai social le sue preoccupazioni.

“Mi sento di dover esprimere la mia amarezza riguardo l’organizzazione dello screening per la diagnosi precoce e la prevenzione dei tumori del colon-retto – scrive la cittadina in un gruppo social del paese – È mai possibile che una persona residente a Vittorio nord debba scendere fino al Blue Medical Center a Godega per prendere il flaconcino e poi dover tornare di nuovo a Godega per la consegna? Possibile che a Vittorio Veneto non esista una stanza da adibire a tale scopo? Il disagio è pesante e se lo è per una persona automunita e non anziana, non oso immaginare cosa voglia dire per le categorie più deboli”.

Sempre nel post, la donna si è rivolta al Comune di Vittorio Veneto e all’Ulss di riferimento affinché si attivino per trovare una soluzione a questo disagio che condivide con altre persone.

Il problema segnalato non riguarda la scelta di effettuare l’attività di screening in un luogo che non sia vicino alle case di riposo e alle altre “aree sensibili” della città, decisione sicuramente condivisibile, ma il fatto di aver spostato così lontano un servizio molto importante per la prevenzione.

Secondo la signora, ci sarebbe il rischio concreto che, per questo spostamento, i cittadini non aderiscano allo screening e alle attività di prevenzione per contrastare in tempo la malattia.

Intanto, in questi giorni si è diffusa la notizia che le campagne di screening oncologico, interrotte a causa dell’emergenza Covid-19, ripartiranno finalmente anche nel vittoriese (Cappella Maggiore, Colle Umberto, Fregona, Sarmede e Vittorio Veneto).

L’aspetto più importante è che lo spostamento del servizio a Godega di Sant’Urbano è soltanto temporaneo e legato a questa precisa fase dell’emergenza Covid-19.

Non appena le condizioni relative al personale e alle sedi lo consentiranno, infatti, il servizio verrà erogato nei siti consueti.

Al fine di favorire la partecipazione allo screening, inoltre, l’utente può mandare una terza persona, munita dell’invito scritto che ha ricevuto, a ritirare la provetta Sof (Sangue Occulto Feci) per suo conto.

Secondo alcuni cittadini, però, anche se la situazione è solo temporanea è molto concreto il rischio che la gente sia disincentivata a fare i controlli per la lontananza del luogo scelto per la campagna di screening oncologico.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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