Ferito da un cacciatore a Mareno, Zanoni (Pd): il Governo intervenga, servono provvedimenti

Chi si comporta così, non deve più avere la licenza né prendere in mano un fucile. Nell’Atc che comprende anche Mareno di Piave e San Vendemiano non ci sono migliaia di cacciatori, ma qualche centinaio. Il colpevole ha già un nome e cognome, chi sa parli”.

È quanto chiede il consigliere del Partito democratico Andrea Zanoni, commentando quanto accaduto (qui l’articolo) a un artigiano orafo 58enne, colpito al volto da un pallino sparato da un fucile, mentre era a passeggio con il cane, rischiando di perdere la vista.

Il responsabile, non pago di aver violato la legge sulla caccia e provocato lesioni personali, non si è neanche fermato a prestare soccorso, come ha raccontato la vittima. Ha raccolto il fagiano che aveva ucciso e se n’è andato. È inaccettabile continuare a elencare ogni fine settimana questi incidenti. La distanza minima da strade (50 metri) e case (100) deve essere rivista, servono limiti che tutelino di più i cittadini, la fascia di rispetto dovrebbe essere portata almeno a mezzo chilometro”.

Ma il problema degli incidenti legati alla caccia è più ampio e per questo, insiste Zanoni, occorrono provvedimenti netti: “Il ministro Costa continua a dire che deve essere vietata di domenica. Bene, non faccia il don Abbondio e prenda un po’ di coraggio. Se fosse passato dalle parole ai fatti, l’orafo non si troverebbe con un pallino conficcato in un occhio. Invece di scaricare tutto sulle Regioni, alcune come il Veneto particolarmente sensibili ai desideri del mondo venatorio, si assuma la responsabilità di fare un’ordinanza o un decreto da portare in Consiglio dei ministri. Altrimenti sono chiacchiere in libertà”.

“Inoltre – aggiunge il consigliere del Pd – bisognerebbe migliorare, rendendoli più severi, gli esami per rinnovare le licenze, specialmente per i cacciatori di vecchia data. Maneggiare un’arma non è un gioco. Infine anche le sanzioni vanno inasprite. Oggi sparare nel giardino di una casa o in una strada costa appena 200 euro. Ammesso che si venga scoperti, perché in realtà, a causa della carenza di controlli, viene punito un cacciatore su mille”.

“Ogni anno – conclude Zanoni – sottopongo alla giunta, tramite un’interrogazione sottoscritta da vari colleghi non solo del mio partito, il problema dei troppi incidenti che avvengono in Veneto con un elenco di quasi un centinaio di casi relativi ad abusi, violazioni di caccia e bracconaggio. E ogni anno ricevo risposte di circostanza, poiché la giunta se ne frega altamente di chi viola le leggi e della sicurezza dei cittadini. In compenso nell’ultima Finanziaria è stato votato un provvedimento che prevede uno stanziamento di 350 mila euro per le associazioni venatorie, al fine di combattere il bracconaggio. Soldi pubblici buttati, perché se vuoi contrastare l’illegalità devi finanziare controlli e controllori, non la categoria che commette le violazioni”.

(Fonte: Andrea Zanoni).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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