Se n’è andato Piero Tesser (Pietro Vettor), l’allegro e operoso “fontaner” che in paese conoscevano tutti

Piero Tesser (Pietro Vettor)

Possiamo immaginarlo a dodici anni, primo maschio di undici fratelli e sorelle, con un lanternino teso davanti al petto, nell’oscurità della lunga strada che dall’abitato di Maser porta alla miniera Mostaccin: Piero Tesser, all’anagrafe Pietro Vettor, conobbe presto la fatica e gli stenti ma non mancò mai di spirito e allegria. Lo ricordano così, in tantissimi all’interno del territorio comunale, anche grazie alle tante storie che sapeva raccontare nei momenti di festa.

Come questa, risalente alla sua infanzia, di quando le necessità della sua famiglia l’avevano costretto ad andare a lavorare in miniera: la merenda che gli preparavano a casa non superava mai il tragitto di andata, ma per fortuna gli altri lavoratori, tutti più grandi di lui, erano soliti condividere con lui il pasto. Oppure Piero raccontava di come avesse rischiato la vita giocando assieme agli amici con una cartuccia di fucile.

Quando Pietro Vettor compì diciott’anni si affrettò a prendere la patente e iniziò a lavorare per una delle due grandi aziende ortofrutticole di Maser, quella della famiglia Polloni: da camionista lavorò instancabilmente di giorno e di notte, d’estate e d’inverno, con un camion con il quale, per sterzare, doveva usare tutta la sua forza. Col tempo divenne mentore e caposervizio anche per altri camionisti ma poi scelse di cambiare vita: divenne idraulico e riparatore per il Comune di Maser, il così detto “fontaner”, ovvero capace di fare qualsiasi piccolo lavoro che avesse a che fare con il ferro o con l’acqua.

Completò la sua carriera alla OCSA, ma non smise di lavorare in proprio, portando a termine quelli che lui stesso chiamava “rapez” (lavoretti di piccolo artigianato e riparazioni). Col tempo si costruì persino una piccola officina vicino a casa (in origine la famiglia abitava vicino al Municipio). In paese c’è chi dice: “Se i contadini di Maser hanno potuto abbeverare le mucche è perché lui aggiustava sempre le fontane”. Altri ricordano come sia stato lui a strutturare le utenze per i primi bagni in casa, come avesse costruito recinzioni e oggetti in ferro: “Quando c’era un problema, insomma, Piero Tesser era la soluzione. E proprio per questo sapeva tutto di tutti”.

Vettor non aveva fatto né l’alpino, né aveva suonato nella banda, eppure col tempo divenne una colonna portante dell’associazionismo: fu anche lui a fondare il Comitato festeggiamenti parrocchiale di Maser (Sagra di San Graziano). Un’adunata non sarebbe stata la stessa senza le sue spaghettate e nel gioco del Quarantotto, ovvero delle bocce, era diventato più che bravo: “Mio padre era allegro, scherzoso e di compagnia – racconta la figlia Vanda -. Era il tipo di uomo che lavora, lascia la busta paga alla moglie e per il resto si dedica agli amici e agli hobby. Era un interista appassionato e aveva giocato, in passato, nella storica squadra del Maser”.

Piero si è spento il 6 gennaio, ma prima del suo momento è stato seguito con grande dedizione dal SIAD e dalla dottoressa Marta Franchetto, che la famiglia ha voluto ringraziare. A casa, a Maser, lo piangono tre figli, Lorella, Vanda e Valter, oltre a sei nipoti, che in futuro ricorderanno Piero come un nonno presente e disponibile, sempre capace di rasserenare anche le situazioni più tristi. Tante le espressioni tipiche che ricordano di lui, spesso scherzose e giocose, come quando da ormai settantenne chiamava “classe” i bambini per strada.

Il funerale di Piero Tesser si terrà nella chiesa parrocchiale di Maser mercoledì 10 dicembre alle 15, mentre il rosario avrà luogo domani, martedì, alle 19. A ricordarlo anche la moglie Vilma, i figli Lorella, Vanda e Valter, i generi Fabio e Angelo, la nuora Monica, i nipoti Federica, Francesca, Nicoletta, Giovanni, Leonardo e Margherita, le sorelle, i cognati, la cognata e i nipoti.

(Foto: per gentile concessione di un lettore).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati