Vigneto di Premaor, Bottacin: “Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato a favore della Regione. Il sito è un ripristino agricolo e non la distruzione di una foresta”

“Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato si pronuncia a favore della Regione del Veneto. Oggi, con questa nuova sentenza, si fa chiarezza una volta per tutte e si ristabilisce la realtà dei fatti sul sito di Premaor a Miane, dove, da circa quattro anni, si è insistito, anche a mezzo stampa, che quel sito è stato disboscato in maniera illegittima. La realtà invece, grazie prima alla sentenza del Tar nel 2020 ed oggi a quella del Consiglio di Stato, dimostra che la Regione ha agito in maniera lecita, garantendo il diritto di un proponente che legittimamente ha presentato una domanda e altrettanto legittimamente ha ottenuto l’autorizzazione”.

Sono le prime parole pronunciate dall’assessore all’ambiente della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin, dopo aver visionato la sentenza del Consiglio di Stato che conferma quanto già aveva sentenziato il Tar a favore della Regione e del Comune di Miane.

“L’autorizzazione di intervento su quel sito – ha precisato Bottacin – non è dipesa dalla Giunta regionale e questo va assolutamente chiarito: è stata rilasciata con il parere dei servizi forestali e dopo essere passata al vaglio di altri soggetti come la Soprintendenza (che ha autorizzato senza prescrizione), il Comune, l’Arpav e i Carabinieri. Secondo la legge un bosco può essere tolto per ripristinare coltivazioni che erano presenti in passato. E ciò deve essere dimostrato con documenti, come è stato fatto nel caso di Premaor che è, a tutti gli effetti, un ripristino agricolo e non la distruzione di una foresta”.

Purtroppo – ha evidenziato Bottacin – c’è sempre qualcuno che strumentalizza i cittadini veneti, giocando sulla loro buona fede e sulle loro paure, arrivando persino ad aizzarli contro la pubblica amministrazione, spingendoli anche a spendere denaro con azioni legali che, in diverse occasioni, poi, non portano ai risultati che attendevano. Per quanto riguarda il sito, nel trevigiano si parte da una legge statale (Governo Gentiloni) che oltretutto è meno restrittiva, sul piano della tutela del territorio e della difesa del suolo, di quella regionale del 1978. Se qualcuno ritiene che le norme in vigore non vanno ancora bene, le cambi, ma non faccia credere strumentalmente i cittadini che l’ente pubblico stia agendo contro la legge”.

“Rattrista – ha dichiarato infine l’assessore regionale – che, per ottenere qualche like in più sui social, si strumentalizzi e si distorca la realtà dei fatti, creando anche confusione e malumore tra i cittadini verso i quali la Regione del Veneto ha sempre dimostrato attenzione e rispetto, come ha sempre dimostrato attenzione e rispetto verso il proprio territorio. Non sono parole al vento, le mie: spero che oggi, di fronte a questa nuova sentenza che, ripeto, fa chiarezza ristabilendo la realtà dei fatti, non ci sia qualcuno che abbia da replicare anche contro i giudici”.

“La sentenza del Consiglio di Stato assume particolare valore – interviene l’avvocato Luca Mazzero, legale del Comune – perché fa il punto sulla legislazione veneta in tema di vigneti e tutela paesaggistica delle colline del Prosecco, divenute patrimonio Unesco. I giudici romani hanno riconosciuto che le norme dei piani regolatori, compreso quello di Miane, vanno lette alla luce della direzione assunta dalla legislazione regionale che dà alla Regione il compito di garantire, attraverso le autorizzazioni rilasciate, la tutela ambientale e forestale, cercando un giusto equilibrio con le esigenze della produzione. Le norme mirano ad assicurare la tutela del paesaggio storico delle colline promuovendo, come si legge in sentenza, le attività di riconversione colturale, in vista del ripristino del paesaggio viticolo originario, ad esclusione delle aree con pendenze superiori al 70%”.

Nucleo forte della legislazione varata dalla Regione Veneto è la tutela di tutte le aree boscate di antico impianto, cioè esistenti alla data del 1954, e la tutela dei territori fragili. Ulteriore obiettivo è anche la tutela e il ripristino del paesaggio vitivinicolo storico che caratterizza quella che viene chiamata la viticoltura eroica, una forma di produzione che fa uniche le nostre colline, tanto da essere diventate Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Esprime soddisfazione anche il sindaco di Miane Denny Buso: “Confidavo nella sentenza d’appello. Il Comune si è trovato ad affrontare un caso delicato di riconversione a vigneto di area che si era inselvatichita in anni recenti, ma che conserva tracce di un antico vigneto. Le norme sono state applicate con prudenza, tenendo conto di tutti gli aspetti coinvolti. Continueremo a vigilare sul territorio con l’obiettivo di garantire anzitutto un ambiente a dimensione d’uomo”.

“Lo sforzo collettivo deve essere quello di garantire con equilibrio valori che possono e devono convergere: salute delle comunità, sicurezza ambientale, paesaggio. Bisogna superare logiche di contrapposizione perché le ragioni di un’economia sana devono coincidere con la tutela del patrimonio storico e dell’ambiente. – conclude – Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Enti, cittadini, imprenditori. È la direzione indicata anche dall’Unesco”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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