Dopo aver festeggiato il traguardo dei 100 anni, compiuti lo scorso 6 gennaio, e aver celebrato ad agosto il 70° anniversario di matrimonio con la moglie Giuliana Pellizzari, per Bruno Zamprogno è arrivato oggi venerdì un terzo riconoscimento, che suggella un anno davvero straordinario: il conferimento dell’onorificenza dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, consegnato in una cerimonia ufficiale nella sala consiliare del Comune di Montebelluna.
A consegnare l’attestato è stato il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, affiancato dal sindaco di Montebelluna Adalberto Bordin e dalle autorità istituzionali. In sala, insieme ai familiari, anche gli amici storici, gli stessi che nell’estate 2024 avevano scritto al Presidente Sergio Mattarella per sostenere la candidatura di Zamprogno al titolo di Cavaliere della Repubblica.
Proprio loro avevano inoltrato al Quirinale un’affettuosa richiesta in cui ricostruivano la vita del centenario montebellunese, ricordandone l’impegno civile, umano e professionale. Una lettera accorata, nella quale raccontavano al Capo dello Stato l’infanzia povera, la carriera costruita con tenacia nei calzaturifici – prima come apprendista, poi come dirigente – l’energia con cui Bruno, anche in età avanzata, continuava a scrivere libri, coltivare interessi, rinnovare ogni anno la patente di guida e mantenere una presenza viva nella vita culturale cittadina.
Da Palazzo Chigi è poi arrivata la comunicazione ufficiale: il Vicariato di Gabinetto della Presidenza della Repubblica, a firma di Antonella Trifella, invitava a valutare l’inserimento di Zamprogno nell’elenco delle proposte per i successivi conferimenti dell’Ordine. Quindi, a settembre scorso, la comunicazione ufficiale da parte del Quirinale.
Commosso, Zamprogno ha voluto omaggiare il prefetto con alcune sue pubblicazioni e rivolto un pensiero: “Questa onorificenza arrivata dopo i cento anni di età, che non avrei mai immaginato, mi ha allungato la vita, fatta di tanti sacrifici, rinunce e privazioni, ma che ora è serena. Avendo già raggiunto l’età con tre numeri vorrei trascorrere ancora per un po’ di tempo, tra le stanze della mia casa, con serenità e gioia insieme a mia moglie, figlia, nipote, pronipote, parenti e amici”.
Classe 1925, Bruno Zamprogno è una figura conosciutissima a Montebelluna. Pioniere dell’industria calzaturiera, ha lavorato fin da giovanissimo come operaio, tecnico, capo reparto e infine dirigente. Parallelamente ha coltivato la scrittura, pubblicando diversi libri di memorie e racconti che testimoniano la storia sociale del territorio.
La sua donazione al Comune di una preziosa collezione etnografica di circa 900 oggetti della vita rurale – oggi parte del patrimonio culturale cittadino – rappresenta uno dei gesti più significativi della sua lunga attività di valorizzazione della memoria. Instancabile volontario, Zamprogno ha collaborato con Auser, Università della Terza Età, Associazione Trevisani nel Mondo, Museo civico, Biblioteca comunale e MeVe, contribuendo a iniziative educative e culturali.
Per anni ha partecipato al progetto “Nonni e bambini s’incontrano”, promosso dalla Consulta della Terza età, raccontando agli alunni delle scuole com’era la vita e lo studio in un’epoca ormai lontana.
Nel suo intervento, Bordin ha sottolineato il valore umano e civico di questa figura così radicata nella storia locale: “Bruno Zamprogno, oltre che un amico, è una leggenda montebellunese: un esempio raro di dedizione, intelligenza e generosità per tutti ed in particolare per le nuove generazioni. Ha dato tantissimo alla nostra comunità senza mai risparmiare energie: nel lavoro, nella cultura, nel volontariato, nella custodia della memoria collettiva. Il conferimento dell’onorificenza “Al Merito della Repubblica Italiana” è il riconoscimento di una vita spesa per gli altri e per la nostra Città. Montebelluna gli è profondamente grata”.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Città di Montebelluna)
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