Il 21 dicembre tutti attenti all’orologio solare di Montebelluna: il mistero dei Castellieri dei Veneti antichi

 

Nella giornata del 21 dicembre di ogni anno, giorno del solstizio d’inverno, dall’alto della chiesa di Santa Lucia a Biadene si può osservare un fenomeno straordinario: il cosiddetto “orologio solare” di Montebelluna. Da Santa Lucia, all’alba, si osserva nascere il sole esattamente in corrispondenza della sommità di un piccolo “promontorio”, chiamato Castelliere (o Casteller), che si trova a Caonada.

A mezzogiorno, allo zenit e cioè nel momento in cui il sole si trova nella posizione più alta, lo si trova in corrispondenza del Castelliere dei Tre Pini e, infine, al tramonto, scende proprio dietro il Castelliere di Santa Maria in Colle, che si trova all’interno della proprietà dell’ex sindaco Silverio Zaffaina, dove oggi si trovano gli impianti dell’acquedotto municipale.

I Castellieri hanno origini antichissime e sono stati realizzati certamente dalla mano dell’uomo. Testimonianza ne sono i tanti reperti archeologici sottostanti ritrovati nel corso del tempo.

Il fenomeno dell’orologio solare di Montebelluna è suffragato anche da studi scientifici compiuti da uno degli astronomi più noti della zona, il professor Giuliano Romano, scomparso pochi anni fa, che fu docente ordinario dell’Università di Padova. Fu lui il primo a tracciare una mappa che evidenziava questo fenomeno piuttosto singolare.

I reperti ritrovati soprattutto durante gli scavi per l’impianto dell’acquedotto di Santa Maria in Colle sono conservati nel Museo Archeologico di Montebelluna. Conservatrice archeologica del Museo è la dottoressa Emanuela Gilli che ci ha accompagnati a visitare il Castelliere del Mercato Vecchio, dove si scorgono ancora i resti delle mura del castello medievale andato completamente distrutto: “Qui in epoca protostorica – dice la conservatrice -, quindi circa 3mila anni, in precedenza esisteva già un cosiddetto Casteller. Durante gli scavi dell’acquedotto negli anni Ottanta sono stati rinvenuti frammenti di ceramica risalenti proprio al periodo dei Casteller. Al momento non ci sono conoscenze scientifiche o ricerche in corso, ma se si dovesse partire con una ricerca sui castellieri protostorici di questa zona partirei proprio da questo luogo”.

I frammenti di ceramica ritrovati raccontano di due momenti differenti in cui l’area dei casteller è stata abitata, il più antico risalente a 3300 anni fa, uno un poco più recente risalente a circa 300 anni dopo. Siamo nella Tarda Età del Bronzo, questi frammenti di contenitori ci dicono come quelle popolazioni vivessero di agricoltura e relativo commercio con le zone limitrofe.

C’è ancora molto mistero, dunque, attorno ai Castellieri (nell’area del Montello se ne conoscono una decina), e sono nate nel corso dei secoli anche alcune leggende: “Si racconta che gli antichi Celti, durante la notte più corta dell’anno – ci svela Enrico Tirindelli, guida naturalistica del Collegio delle Guide Alpine -, facevano un rituale nel giorno che era in sostanza il loro Capodanno, durante il quale spegnevano tutti i vecchi fuochi rimanendo completamente al buio. Durante questa notte più lunga dell’anno si mettevano in contatto col mondo dei morti evocando gli spiriti dei defunti. Per spaventare questi spiriti si travestivano con pelli di animali e maschere orribili. Da qui l’usanza presente ancora oggi in Alto Adige, in Austria e Friuli, quella dei Krampus che nel giorno di Natale spaventano i bambini che sono stati cattivi”.

 

(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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