Nelle terre del Piave, del Montello e della Val Belluna, il radicchio tardivo di “Borgo Dus” diventa anche una birra

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Tra il Montello e il Piave, in località Dus nel comune di Nervesa della Battaglia, nasce il radicchio rosso tardivo coltivato dalla famiglia Marcon. L’attività agricola dell’azienda è portata avanti da Gabriele affiancato dalla moglie Giovanna Brugnera e dalla figlia Silvia.

Radicchio rosso del Piave e della montagna, vino Prosecco Doc, birra artigianale, fatta con il tardivo di montagna e il mosto di Incrocio Manzoni 6.0.13, e asparagi sono i prodotti dell’azienda “Borgo Dus”, che applica il principio della biodiversità nelle terre caratterizzate dal corso del Piave e da un microclima ideale soprattutto al ciclo produttivo del tardivo, a cui serve il freddo per offrire il suo sapore inconfondibile.

La coltivazione è seguita direttamente da Gabriele Marcon, mentre Silvia, 24 anni, si occupa della parte commerciale per promuovere il “Radicchio del Piave”.

 

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Perchè avete chiamato così la vostra produzione di tardivo?

Abbiamo deciso di chiamarlo radicchio del Piave in modo da valorizzare il nostro territorio, a cui siamo molto legati, e perchè ci troviamo in una zona unica. Il Piave è fondamentale per la nostra produzione, perchè influisce sul clima, sul suolo e sulle caratteristiche organolettiche del prodotto finito. Partendo dal clima, il Piave porta a valle dalle Prealpi aria fresca. Questo permette l’abbassamento delle temperature notturne, importantissimo soprattutto nel periodo autunno-inverno per favorire le brinate, essenziali per procedere alla raccolta. Questa caratteristica si va a ritrovare nella croccantezza e dolcezza del radicchio”.

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Dal punto di vista del suolo, Nervesa è una zona geografica influenzata sia dal Piave che dal Montello. Più a ridosso del Montello troviamo terreni più pesanti, ricchi di limo, argilla, sostanze organiche e buona dotazione idrica. Mentre, quelli degli argini del Piave sono più ghiaiosi, sassosi, ciottolosi e permettono un maggior deflusso dell’acqua. I terreni dell’azienda si trovano in una zona intermedia a questi due estremi, molto favorevoli alla produzione del radicchio”.

Voi fate anche una sperimentazione in montagna. Dove e perchè?

Abbiamo deciso di sperimentare un po’ per gioco questa coltivazione, partita nel 2015, nella zona della Val Belluna, precisamente a Trichiana, a Pranolz e poi in una zona un po’ più alta a Cortina. Questo per vedere, nelle tre altitudini diverse, come va a reagire il radicchio.

 

(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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