La battaglia di Oumy per il Senegal: da “Terra Mia” a Pieve di Soligo al Centro Missionario di Padova

“Non vogliamo che ci venga dato il pesce, ma vorremmo imparare a pescare”: con queste parole si può riassumere l’incontro tenutosi ieri, venerdì 23 novembre 2018, nell’Ufficio diocesano di pastorale della missione, in via del Vescovado a Padova.

Protagonisti di questa iniziativa sono stati un gruppo di sindaci della regione della Casamance, in Senegal, guidati da Oumy Kaltom (prima da destra nella foto sopra),  volontaria del progetto “Terra Mia” di Pieve di Soligo, e don Raffaele Gobbi (al centro nella foto sopra),  direttore dell’Ufficio Missionario della diocesi di Padova, nonché delegato vescovile per il Diaconato permanente.

Presenti all’incontro, nel quale Qdpnews.it  non ha fatto mancare la sua presenza, anche Angelo Zambon, referente per l’animazione missionaria con un’esperienza di più di 18 anni in Ecuador, Beatrice Rizzato, docente di religione e curatrice di diversi progetti sul dialogo interreligioso e Claudia Guglielmi, segretaria dell’ufficio e responsabile della documentazione dei missionari diocesani e dei presbiteri che vengono da altri continenti per studiare a Padova.

Pieve di Soligo terra mia oumy 2

Intorno ad un tavolo, in un’atmosfera di condivisione fraterna e di reciproco rispetto, si è assistito ad un interessantissimo confronto il cui obiettivo era quello di poter fare qualcosa di concreto per rispondere alle necessità incombenti della popolazione della regione senegalese di provenienza dei sindaci presenti.

La Casamance è una regione geografica del Senegal meridionale, compresa fra i territori del Gambia e della Guinea-Bissau, estesa sul bacino del fiume Casamance. L’economia della regione si basa largamente sulla coltivazione del riso e sul turismo, grazie a delle eccellenti spiagge che si trovano lungo la bellissima costa. La popolazione del clan Jola è il gruppo etnico dominante. La loro condizione economica, particolarmente svantaggiata, ha contribuito al movimento separatista per l’indipendenza e per l’autonomia della Casamance (Mfdc) portando a scontri violenti con le forze senegalesi e a diverse uccisioni verso la fine del ventesimo secolo.

Casamance fu soggetta agli interessi coloniali francesi e portoghesi prima di definire un confine che fu negoziato nel 1888 tra la colonia francese del Senegal e la Guinea Portoghese (ora Guinea-Bissau) al sud. Il Portogallo perse il possesso della Casamance, poi il commercio principale della loro colonia. La religione più praticata è l’Islam ma il territorio è un vero e proprio laboratorio per la pacifica convivenza fra cristiani, musulmani e popolazioni che seguono religioni animiste.

Pieve di Soligo oumy terra mia

La richiesta dei sindaci senegalesi, molto grati al responsabile diocesano delle missioni per averli accolti, è stata quella di immaginare insieme dei progetti concreti per aiutare la popolazione locale. “La nostra gente, quando non riesce a rivolgersi direttamente allo stato centrale, chiede continuamente il nostro aiuto ma noi abbiamo risorse limitate. Non lasciateci soli!”: questo l’appello di uno dei sindaci.

Oumy Kaltom, volontaria del progetto “Terra Mia” di Pieve di Soligo, ha chiesto che si cambi l’approccio nei confronti dell’Africa: “Basta pietismo e assistenzialismo senza una visione a lungo termine. In Africa non dobbiamo solo mandare denaro, che spesso non va a chi ha veramente bisogno ma viene intascato dalla criminalità locale o da qualche politico corrotto”.

“In Senegal – conclude Oumy – abbiamo bisogno di formazione e di qualcuno che insegni alla gente locale come si possono sfruttare positivamente le ampie risorse naturali di cui disponiamo. Continuerò a combattere per aiutare la mia gente e insieme a me, e di questo sono grata a tutti voi, c’è una squadra di italiani sempre più coesa”.

La richiesta del Centro Missionario di Padova, all’esito dell’incontro, è stata quella di mettere per iscritto quelli che sono i progetti per i quali c’è la necessità di intervenire il prima possibile. Dopo l’accurata analisi dei progetti, molto probabilmente, si andrà a visitare la regione di provenienza dei sindaci per farsi un’idea più chiara della situazione di Casamance e del suo popolo.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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