Pieve di Soligo, inaugurata la Casa Paterna di Zanzotto. La vedova Michieli ricorda il marito: “Sembra quasi un personaggio irreale”

In questi mesi di eventi per il Centenario della nascita di Andrea Zanzotto si è parlato molto della sua poesia ma c’è chi ricorda volentieri anche lo “Zanzotto uomo” che, con il suo essere nel mondo, è stato capace di lasciare un segno indelebile nei cuori e nelle menti delle persone che lo hanno conosciuto.

Ha colpito molte persone il ricordo della vedova Marisa Michieli: “Io mi sono meravigliata di Cacciari che sia venuto al teatro e che abbia parlato. Siccome quello che ha detto è stato molto importante, e l’ha detto molto convinto, allora ho capito che aveva proprio voglia di venire. E quello che ha detto è stato fondamentale (qui l’articolo)”.

“Io mi meraviglio che mi abbia sposato – conclude – Intanto ero già preside, ero laureata, autonoma e avevo uno stipendio e questo contava molto per me e anche per lui. A vederlo celebrato in quella maniera in questi giorni, mi sembra come un personaggio irreale a cui non potevo dir di sì o lui non poteva dir di sì a me. E invece è capitato perché ci sono anche due figli che lo testimoniano”.

Ieri, in occasione dell’inaugurazione della Casa paterna in via Cal Santa a Pieve di Soligo, nuovo scrigno culturale della comunità pievigina, tante autorità hanno voluto omaggiare il celebre poeta.

Nel cortile della Scuola dell’infanzia paritaria “Maria Bambina” di Pieve di Soligo c’erano tra gli altri il sindaco Stefano Soldan, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, l’assessore alla cultura della Regione Veneto Cristiano Corazzari, il consigliere regionale Alberto Villanova e il presidente del Comitato promotore del Centenario di Andrea Zanzotto, Paolo Verri.

Presente anche la famiglia del poeta con la moglie e i figli Giovanni e Fabio Zanzotto, in ordine all’attività della “Fondazione Casa paterna Andrea Zanzotto” che ha curato le iniziative del Centenario insieme al Comitato promotore, al Comitato scientifico e all’amministrazione comunale di Pieve di Soligo sostenuta dalla Regione Veneto.

La Casa è un tipico esempio di architettura veneta della metà dell’Ottocento, fatta costruire da Giovanni Zanzotto nei primi anni Venti, probabilmente partendo da una costruzione precedente.

Si entra nella proprietà attraverso un sottoportico impreziosito da un fregio del Trecento e dalla presenza di studi per affreschi del padre del poeta e, dopo aver percorso un piccolo giardino, si arriva all’abitazione, incastonata in un borgo di altre case e sottoportici.

La Casa odierna si articola su tre livelli e presenta una struttura molto semplice: al piano terra, riportato agli anni Cinquanta, un piccolo ingresso con scale, salotto decorato dallo stesso Giovanni con in fondo lo studiolo di Andrea, e cucina.

Al primo piano, riportato a periodi anteriori agli anni Cinquanta, due stanze da letto matrimoniali, una cameretta e un bagno; al secondo il granaio, che è l’unico ambiente interessato da un intervento che lega passato e futuro.

“La Casa paterna di Andrea Zanzotto – spiegano dalla Fondazione – può essere il punto di riferimento per un viaggio che intreccia presenze, biografie e opere, storie di famiglia, di luoghi, di paesaggi, di comunità e radici, attraverso una narrazione interattiva fatta di immagini, suoni e letture. Il rapporto dell’artista con la Casa non sta solo nella sua presenza materiale e nelle potenzialità culturali che può esprimere, ma anche nell’aver ispirato direttamente versi e poesie del poeta”.

Nella Casa – sottolineano dalla Fondazione – sono numerose le sue opere, le cui rappresentazioni e paesaggi, insieme al paesaggio reale, di certo hanno contribuito a ispirare l’opera di Andrea Zanzotto, che ha formato buona parte del suo immaginario poetico in questo luogo. È dunque lo sfondo delle vicende infantili, dei legami affettivi e della formazione del piccolo Andrea, ma anche la casa in cui egli trascorse la giovinezza e parte della sua vita adulta”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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