La tradizione del musetto è così radicata in Veneto che i tornei non sono soltanto quelli ufficiali: esistono comunità che da anni tramandano l’usanza di incontrarsi a cena per una degustazione o un concorso. Le giurie, in questi casi, possono non essere meno esperte e preparate rispetto a quelle dei tornei ufficiali. Questi appuntamenti, organizzati in modalità “casereccia”, rimangono preziosi per celebrare insieme un momento dell’anno che un tempo era davvero degno di rispetto.
Le varianti, nella preparazione del musetto sono tantissime: dalla composizione della carne (che – qualcuno direbbe – per tradizione dovrebbe essere di solo muso appunto del maiale) alla cottura (spesso il riscaldamento del piatto ore dopo la preparazione influisce sul gusto), passando per i condimenti e la consistenza finale.
A Possagno, e più precisamente all’Osteria Roer, ogni anno ha luogo un’edizione del “Muset Pi Bon dea Pedemontana del Grappa” al quale partecipano produttori e assaggiatori. Quest’anno i sette produttori si sono destreggiati cercando quanto più possibile di seguire la tradizione, intensificando i gusti. I cinquanta assaggiatori hanno decretato che si è meritato il primo posto il musetto di Andrea “Penel” Vardanega. A seguire, il secondo classificato è stato l’“Alfa Latte” di Marino e Michele Favretto per terzo. Il quarto classificato è una signora, Monica Pellizzari.
L’evento, organizzato dallo staff dell’osteria assieme alla Proloco di Possagno, punterebbe a diventare un riferimento per la Pedemontana del Grappa nei prossimi anni: in fondo, anche le rassegne enogastronomiche più grandi sono nate così, da un gruppetto di amici seduti attorno a un tavolo.
(Foto: Osteria Roer).
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