Inaugurata sabato la mostra antologica di Angelo Lorenzon a Refrontolo: Philippe Daverio presente all’appuntamento

L’arte ha fatto da protagonista durante la serata dello scorso sabato 8 giugno, quando nello splendido scenario del Molinetto della Croda è stata presentata la mostra antologica “A guardia della bellezza e del dolore”, dedicata alla produzione di Angelo Lorenzon.

Artista locale scomparso prematuramente all’età di 51 anni, a quarant’anni dalla sua morte Angelo Lorenzon lascia ancora traccia di sé nella comunità refrontolese: le opere pittoriche e scultoree, infatti, sono state messe in esposizione al Molinetto in occasione di una mostra promossa dall’associazione Molinetto della Croda guidata da Luca Lorenzetto e dal Comune di Refrontolo – con l’appoggio della Regione Veneto -, curata da Paola Lorenzon – figlia dell’ex sindaco e storico presidente dell’associazione Pietro Lorenzon -, in collaborazione con Lorena Gava e Genny Lorenzon – figlia dell’artista.

Alla presentazione dell’iniziativa anche Philippe Daverio, il quale ha coinvolto il pubblico in una riflessione sul concetto di “cultura di comunità”, ripercorrendo quella che di fatto è stata la storia del Veneto: “Per quanto mi riguarda posso dire di essere un antropologo che si è sempre chiesto che cosa sia la cultura di una comunità“.

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Bisogna ammettere la floridezza di ora che c’è in questi territori rispetto a 130 anni fa, – ha proseguito Daverio – una floridezza che non va ora persa. Le opere di Angelo Lorenzon sono i cosiddetti prodotti dello stregone, gesti sciamanici portatori di energia positiva. Ecco, quindi, come il lavoro dell’antropologo celebra le azioni tipiche della tribù, distinguendo il vero dal falso. L’artista stabilisce un rapporto esistenziale con la tribù e questo consente di vedere la differenza tra un artista vero e un artista del commercio“.

“L’artista vero è colui che è imitato da altri – ha aggiunto il noto critico – e riesce a trovare degli adepti: si stabilisce, pertanto, un rapporto tra la tribù e la figura dello stregone”.

Una mostra, questa, che ha richiesto circa un anno di lavoro, ed è il frutto del “percorso iniziato parecchi mesi prima”, come ha sottolineato il neosindaco Mauro Canal: “Angelo Lorenzon è l’artista che rappresenta in maniera perfetta il nostro territorio e la nostra interiorità. Sono opere che danno emozioni e questo è il compito dell’artista”.

“Figlio del suo tempo e del secondo dopoguerra”, secondo quanto spiegato da Lorena Gava, Angelo Lorenzon era stato definito il “guardiano dell’estrema bellezza collinare” dal poeta pievigino Andrea Zanzotto. “Nessuna scuola, ma solo l’artigianalità delle mani ha guidato l’arte di Lorenzon – ha aggiunto Gava – nei temi dei paesaggi, i cavalli, i volti del regno animale, anche tramite una tipologia di scultura appartenente alla tradizione nordica”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® Riproduzione riservata).
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