Prestigiosi riconoscimenti alla poetessa Fulvia Lot di Refrontolo: e con “La zèna del borgo” in dialetto sbanca il Premio Nicolis

Commessa di giorno, poetessa nel tempo libero, ma le sue poesie, in dialetto veneto, stanno sbancando in diversi concorsi di prestigio nazionale : Fulvia Lot, di Refrontolo, si sta ritagliando uno spazio che potrebbe diventare importante nella scena culturale. Il 2 marzo intanto con la sua “Zèna del borgo” ha vinto il “Premio Nicolis” di Rivoli Veronese, (la premiazione nella foto) dove hanno partecipato autori da ogni parte d’Italia con 500 liriche presentate, aggiudicandosi il premio intitolato al Fondatore del Museo dell’auto nella sezione “dialetto del Triveneto”.

E ha continuato con il secondo posto al concorso “La girandola delle parole” a Limbiate (Mi) con la poesia “Auschwitz-Birkenau” nella sezione poesie inedite, che parla della tragedia umana consumata nei campi di sterminio. La premiazione è avvenuta lo scorso 6 aprile (foto sotto).

fulbia lot refronolo 1

Al premio Nicolis la motivazione de “La zèna del borgo” è stata: “Elogio della vita semplice, ma soprattutto della vita sociale, lo stare insieme attorno ad una tavola imbandita con pietanze povere e semplici, dà la misura della vera ricchezza che nasce dalla condivisione”. Insomma qualcosa sta nascendo? “Speriamo. La zèna è una tradizione del borgo in cui vivo da quando ero piccola. Ora è andata scemando, le nonne non ci sono più, erano loro a cucinare in una sera d’estate”. 

Da quanto scrive Fulvia? “Da dieci anni, ho vinto diversi premi, magari non hanno avuto molta eco, ma mi sono tolta belle soddisfazioni. Ho pubblicato anche un racconto sulle antologie dei premi e sull’Azione”. Così il Premio Nicolis lo ha dedicato ai nonni che le hanno dato l’ispirazione, fondamentale per chi ama scrivere poesie e che vorrebbe fare anche l’occupazione principale, se sarà possibile. 

L’obiettivo come hobby è di continuare a scrivere, mi piacerebbe farlo a tempo pieno, ma non è possibile ora – dice -. Mi è sempre piaciuto leggere e proprio da una decina di anni, quando ho provato a scrivere qualcosa e ottenuto dei riscontri, ho deciso di continuare”. La sua ispirazione comunque Fulvia la trae dalle storie di vita vissuta: “Mi piace in particolare scrivere in dialetto, è una lingua che mi appartiene e voglio mantenerla viva con le poesie”. In attesa ovviamente di ulteriori riconoscimenti.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto fornite dall’autrice Fulvia Lot).
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