Toponimi dell’Alta Marca, Sarmede: la roccaforte degli spietati cavalieri della steppa nella quale si perpetua la loro arte

A Sarmede ci accoglie un’atmosfera da fiaba, complici i numerosi affreschi di Štěpán
Zavřel che ornano i principali edifici del centro storico. Quasi tremila abitanti, ai piedi della foresta del Cansiglio, Sarmede è una delle culle della dinastia dei Da Camino, protagonisti della storia medievale del Triveneto.

Il suo toponimo è strettamente legato a una popolazione di origine iranica, i Sarmati, giunti in Veneto intorno al V secolo probabilmente già assorbiti da orde barbariche più forti e numerose. Abilissimi arcieri e cavalieri provetti i Sarmati hanno alternato conflitti e alleanze con i Romani che, all’epoca di Marco Aurelio, ne hanno reclutate alcune migliaia per combattere in Britannia. Lo storico Ammiano Marcellino li tratteggia come un popolo incline alla razzia piuttosto che al combattimento e si sofferma su una loro singolare consuetudine: quella di castrare i cavalli affinché non nitriscano tradendo la presenza del cavaliere e non si imbizzarriscano dinanzi alle giumente.

Altre fonti storiche li dipingono come biondi, di bassa statura e corporatura robusta, accompagnati in battaglia dalle loro donne. Giunti nella nostra penisola dalle sponde del Volga, del Don e dalle pianure ai piedi degli Urali, i Sarmati si sono inizialmente stabiliti in Piemonte per poi migrare a nord est. Tracce dei loro insediamenti si ritrovano in toponimi quali Salmour in provincia di Cuneo, Sarmato nel piacentino, Sermide nella Mantova, Sarmeola di Rubano alle porte di Padova.

I cavalieri sarmati, armati di lunghe lance, archi leggeri e protetti da un’armatura di piastre cornee, sono ritratti nella Colonna Traiana a Roma. La loro reputazione di guerrieri coraggiosi e indomiti ha addirittura originato una tesi, rivelatasi poi infondata, secondo la quale l’aristocrazia polacca discenderebbe da questa stirpe valorosa.

I Sarmati tuttavia non furono soltanto spietati predoni, ma anche abili orafi capaci di padroneggiare l’intreccio, il traforo e la lavorazione di smalti pregiati. È bello immaginare che la tradizione artistica dei dominatori delle steppe, giunta sino a Sarmede, sopravviva oggi nelle splendide immagini per ragazzi realizzate alla prestigiosa Scuola Internazionale di Illustrazione.

(Autore: Marcello Marzani).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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