Dal parco fotovoltaico nell’ex discarica Orsenigo alla nascita della Comunità energetica rinnovabile: il Comune di Treviso potenzia le buone pratiche ambientali

Sarà il più importante intervento di bonifica ambientale effettuato nel territorio del Comune di Treviso il progetto che trasformerà l’ex discarica di via Orsegnigo in un parco “energetico”, con la creazione di un bosco che farà da corona all’installazione di pannelli fotovoltaici. La centrale potrà fornire energia al fabbisogno di dieci istituti scolastici.

Il progetto ambientale, voluto dall’amministrazione comunale del sindaco Mario Conte, è stato inserito tra quelli che la Regione Veneto finanzierà, con oltre 20 milioni di euro, per bonificare grandi siti inquinati. Tra questi ci sono anche la ex Conceria del Montello a Ciano di Crocetta e le ex Fosse Tomasi a Conegliano. Il capoluogo della Marca riceverà quattro milioni di euro per eliminare il “buco nero” al confine con il territorio di Castagnole (comune di Paese), un tempo utilizzata come discarica di rifiuti solidi urbani.

L’ex bacino di raccolta rifiuti coinvolge un’area di 10 mila metri quadrati, compresa tra i quartieri di San Paolo e Santa Bona. “Una cava divenuta discarica, che da anni attendeva un intervento di risanamento complessivo”, come afferma l’assessore alle politiche ambientali Alessandro Manera (nella foto), sostenendo che il progetto finanziato dalla Regione è già pronto nella fase definitiva, “poiché i tecnici incaricati ci stanno lavorando da due anni“. 

Nel dicembre del 2019 il consiglio comunale trevigiano aveva approvato la convenzione tra il Comune e Consiglio di Bacino Priula per la messa in sicurezza, la gestione e il trasferimento a titolo gratuito dell’ex discarica di via Orsenigo. L’intervento di messa in sicurezza e bonifica del percolato (creato dalla decomposizione dei rifiuti e dall’acqua piovana) è il primo passaggio per transitare verso la creazione del parco fotovoltaico e dell’area verde con la piantumazione di  nuovi alberi, privilegiando le essenze autoctone con ottima capacità di mitigazione ambientale.

L’area, vasta all’incirca come 14 campi da calcio, non può, per le sue caratteristiche morfologiche, essere utilizzata per attività agricole. Inoltre non può essere destinata ad usi edilizi. Per il Comune sarebbe stato troppo oneroso sostenere gli interventi di bonifica.  Perciò l’ex discarica è stata ceduta alla società del Consiglio di Bacino Priula, individuato come partner ideale per la specifica competenza tecnica e conoscenza nell’ambito della gestione dei rifiuti e forte dell’esperienza di Contarina in ambiti analoghi in altri comuni del Bacino.

La società porterà a termine il piano di risanamento, attività di gestione e controllo sulla stessa, sotto la supervisione tecnica e amministrativa del Comune e della Provincia di Treviso.

“Un intervento che restituirà ai cittadini un’area rimasta abbandonata per anni”, sottolinea l’assessore Manera, che nei giorni scorsi ha anche annunciato la nascita di una nuova comunità energetica per la condivisione delle energie rinnovabili. Infatti la giunta Conte ha approvato la proposta della “Regalgrid Europe” per l’accesso all’energia da fonti rinnovabili tramite nuove forme di associazione o unione di intenti.

Si tratta di un modello virtuoso, promosso a livello regionale da un accordo quadro sottoscritto da Anci Veneto e Regalgrid con l’obiettivo di permettere anche a chi non possiede un impianto fotovoltaico, o a chi desidera installarne uno in comproprietà,  di condividere l’eccesso energetico con un utente vicino. Il progetto è partito da un’analisi dei consumi inserito in un report, scaturito in una prima soluzione ottimizzata per la Comunità energetica rinnovabile utilizzando come modelli tre edifici scolastici, sui quali verrebbero installati pannelli fotovoltaici di ultima generazione: la “Pascoli” di Santa Maria del Rovere, la “Manzoni” di Sant’Antonino e la “Rambaldo degli Azzoni” di San Giuseppe.

Con i nuovi impianti, dotati di monitoraggio integrato, predisposizione e gestione attiva di altre risorse energetiche (pompe di calore o colonnine di ricarica per veicoli elettrici), i tre plessi scolastici potrebbero auto-consumare direttamente il 30% dell’energia prodotta con un notevole risparmio, stimato fra i 1.260 e i 4.000 euro (in base ai consumi) rispetto alle attuali bollette.

L’eccesso di energia rinnovabile generata e non consumata verrebbe poi messo a disposizione della comunità energetica locale, composta da soggetti consumatori localizzati nelle vicinanze, sia pubblici o residenziali, aziende o strutture sportive, ricettive e negozi, comprese le stazioni di ricarica.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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