Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, sui progetti di aggregazioni dei Comuni.
“Cogliere le opportunità, evitare i doppioni, valorizzare le professionalità e gli ambiti territoriali. In questi giorni si fa un gran parlare di aggregazioni dei Comuni, della possibilità di collaborare e mettere insieme servizi, competenze, ambiti per una migliore gestione della cosa pubblica a livello locale. Penso che, appunto, siano tre gli ambiti sui quali bisogna lavorare. E lo dico in base alla mia esperienza di presidente della Provincia di Treviso e di sindaco insieme, grazie alla quale negli ultimi anni ho potuto vivere dall’interno le dinamiche di gestione dell’area vasta, di coordinamento delle politiche a livello sovracomunale, del dialogo e della collaborazione tra autonomie locali a tutti i livelli.
Proprio per questo, mi sento di dire: ben vengano le aggregazioni tra Comuni. La normativa è chiara, l’Anci ha incentivato le forme di collaborazione, abbiamo esempi virtuosi e i casi di fusione – che, ricordiamolo, sono operazioni ben differenti – stanno dando risultati confortanti, quindi è auspicabile che Comuni limitrofi si mettano a collaborare specie per sopperire alla mancanza di personale o alle difficoltà organizzative che da anni ormai attanagliano i Municipi, costretti al miracolo per mantenere il livello ottimale dei servizi ai cittadini. Ci sono ambiti in cui si collabora bene, altri invece in cui non basta “aggregarsi” per ottenere risultati sperati.
Anche per questo, il secondo punto da tenere in considerazione è fondamentale: dobbiamo evitare i doppioni. Ben vengano le aggregazioni tra Comuni, ma si faccia attenzione ai tanti organismi collegiali che già esistono come le IPA, i Consorzi, gli Ogd… se creiamo i contenitori prima di aver creato il contenuto, rischiamo di avere “enti doppione” dove non è chiaro chi fa cosa. Lo dicemmo anni fa quando si parlava di “abolizione delle Province”, alla fine sappiamo come è andata a finire… siamo ancora qui e, anzi, siamo tornati a essere ente fondamentale per il governo del territorio e il supporto ai Comuni stessi. Personalmente, auspico che sia varata a breve la riforma del Testo Unico degli Enti Locali perché i Comuni e le Province devono avere maggior autonomia, maggiori fondi e capacità di investimento. L’Italia deve ripartire dagli enti locali. Dalle professionalità e dagli ambiti di intervento, garantendo la qualità del servizio. Come Provincia siamo pronti a fare la nostra parte, forti dei nostri tecnici e dei nostri professionisti. Nell’audizione al Senato abbiamo chiesto di puntare forte sulle Stazioni Appaltanti delle Province, e quella di Treviso è stata portata quale esempio di qualità perché ha gestito 351 milioni di euro di appalti per 105 Enti convenzionati. Risultati che i Comuni stessi ci riconoscono. E questo, perché è il nostro ambito di intervento e abbiamo sicuramente un organico e un’esperienza che i Comuni, anche i più grandi, non potrebbero permettersi.
In vista delle opportunità che il PNRR offre dunque in ambito di progetti di caratura intercomunale, ben vengano le aggregazioni tra Comuni e sia riconosciuto il ruolo del Comune capoluogo quale riferimento per i propri limitrofi. Proprio in questo senso, auspico dunque una forte sinergia tra la Provincia e Comune capoluogo, ognuno nei suoi ambiti di competenza. Se la Provincia potrà sempre più governare le funzioni fondamentali ormai consolidate e riconosciute su tutto il territorio provinciale, al Comune capoluogo spetterà il compito di intercettare le opportunità di finanziamento relative alle competenze comunali a supporto dei limitrofi stessi, il tutto grazie alla valorizzazione delle professionalità e delle specializzazione dei dipendenti esperti nei diversi ambiti”.
(Foto: Provincia di Treviso)
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