L’Ulss 2 della Marca trevigiana ha già sospeso 176 operatori sanitari perché non vaccinati senza motivazioni cliniche che li escludessero dalla campagna vaccinale; altre 24 lettere di richiamo sono partite dal dipartimento di prevenzione oggi giovedì e i destinatari sono operatori di qualifica tecnica; entro la fine della settimana ne saranno inviate altre 11: 6 a medici di continuità assistenziale (guardia medica) e 5 a medici di medicina generale.
In totale sono 211 le lettere già partite, ma la commissione che si sta occupando di valutare le richieste di esenzione dalla campagna vaccinale ha sul tavolo la situazione di altri 825 professionisti.
In sostanza: un migliaio di operatori della sanità non sono ancora immunizzati contro il Covid in provincia di Treviso.
“Valutiamo ogni singola posizione – spiega il direttore sanitario dell’Usl 2 Stefano Formentini, presidente della commissione -. Alcuni dei soggetti che ci hanno risposto hanno valide giustificazioni, hanno una positività recente che non permette di fare il vaccino, ci sono donne in gravidanza, alcuni hanno patologie tali da escluderli dalla campagna vaccinale. Molti ci hanno inviato documentazione clinica, in totale buona fede, per timori per la propria salute, il nostro ruolo è anche di consulenza per sciogliere alcuni dubbi”.
L’Ulss 2 ha ricevuto già dieci ricorsi di operatori sospesi dal servizio senza stipendio che chiedono di essere reintegrati.
Resta un fatto: 176 operatori sono già stati sospesi. Sono 8 biologi, 34 infermieri, 42 odontoiatri, 20 medici, 2 ostetriche, 32 psicologi, 10 tecnici (di vari ambiti), 19 farmacisti e 9 veterinari.
L’Ulss 2 ritiene di non necessitare, al momento, di una riorganizzazione dei servizi essenziali, trattandosi di professionisti distribuiti sul territorio provinciale.
“Per il momento ci è stato sufficiente ricollocare il personale nelle posizioni sguarnite” sottolinea Formentini. Nessuna riorganizzazione dunque.
Se i sanitari non si vaccineranno entro breve, come prevedono le linee guida dopo l’invio della lettera dell’Usl, altri 35 operatori potrebbero essere sospesi entro poco più di una settimana. Ma ci sono altre 825 posizioni in valutazione. Se il numero dovesse crescere ancora, il rischio per il servizio sanitario pubblico potrebbe essere concreto.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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