Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, Sartor (Confartigianato): “Un paradosso tutto italiano”

Riceviamo la nota del presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, Vendemiano Sartor, relativa al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri), e pubblichiamo.

A quasi dieci anni dalla sua istituzione il Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, continua a sopravvivere nonostante la sua inoperatività.

Lo strumento che doveva risolvere il problema delle ecomafie , che nella carta figurava come la panacea di tutti i mali, in questo decennio, in cui si sono alternati governi di destra e di sinistra, non ha portato a nulla se non ad aggravi di costi per le imprese che si sono dovute dotare di chiavette e black box rimasti nei cassetti, e a perdite di tempo per la formazione dedicata al corretto uso del sistema e per evadere pratiche burocratiche.

Il portale ufficiale continua a riportare la seguente specifica: “La lotta alla illegalità nel settore dei rifiuti speciali costituisce una priorità del Governo per contrastare il proliferare di azioni e comportamenti non conformi alle regole esistenti e, in particolare, per mettere ordine a un sistema di rilevazione dei dati che sappia facilitare, tra l’altro, i compiti affidati alle autorità di controllo. È questo il motivo per cui è stato realizzato Sistri.” 

Il Sistri sembra inamovibile, continua a succhiare ossigeno alle aziende mentre le discariche abusive proliferano e gli impianti di recupero e smaltimento di rifiuti continuano “misteriosamente” a prendere fuoco. A che cosa ci serve o meglio a chi serve che questo sistema continui a stare in piedi? L’ottusità e incapacità di un sistema politico senza distinzione di colori che solo a parole è vicino alle imprese e che in questi giorni riempie i giornali con promesse di ogni tipo dal gusto prettamente elettorale, non è riuscito a rendere operativo questo strumento e continua a non arrendersi, a riproporlo con cadenza annuale.

 

Non si scandalizzano ormai più le aziende, troppo stanche di continuare a denunciare i continui pagamenti per un sistema che non ha mai funzionato. Non scandalizza più nemmeno l’ennesima proroga della sua operatività che anche quest’anno è arrivata puntuale verso fine anno. Sapevamo già che non sarebbe partito e che così com’è mai partirà. Ora, con le ultime novità della legge di bilancio sembra che dovrebbe partire nel 2019, ma intanto si continuano ad utilizzare i vecchi formulari di trasporto, il registro cartaceo di carico scarico e si dovrà fare la denuncia rifiuti (Mud) entro aprile. Ovviamente rimangono in vigore gli obblighi di pagamento per l’iscrizione, gli obblighi di contribuzione e le sanzioni.

Fosse “tutto” qua, vabbè, nulla di nuovo, ma quest’anno è arrivata quella che sembra l’ennesima provocazione del legislatore: la previsione nella legge di bilancio di un decreto di prossima attuazione, che dovrebbe essere diretto al recupero dei contributi Sistri che non sono stati pagati negli anni scorsi dalle aziende. La retroattività parte dal 2009. Tutto questo si commenta da solo.

Come possono le nostre aziende concorrere a quel famoso “rilancio del paese” di cui tutti si riempiono la bocca in queste settimane, se il nostro sistema politico ci àncora a inutili pesi? Ancora una volta diciamo basta con questi pasticci, basta con l’inutilità, è ora di liberare le imprese da inutili fardelli.

Vendemiano Sartor
Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

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