È stata una serata all’insegna della storia veneta e del ricordo quella di mercoledì 13 marzo a Vazzola, dove una numerosa platea si è radunata per la presentazione del libro “La Storia del Veneto” di Francesco Jori e del ricordo di Giorgio Lago, giornalista di origini vazzolesi a cui è intestato l’auditorium comunale, dove si è svolta la serata.
“Questa serata, in occasione dell’anniversario della sua morte, è un evento che ci onora – ha introdotto il sindaco Pierina Cescon – che fa onorare il pensiero di Giorgio Lago e la storia del nostro meraviglioso Veneto”.
Giorgio Lago, ricordato per essere stato una delle più celebri firme giornalistiche e sportive del secolo scorso nonché direttore di importanti testate regionali, è vazzolese di nascita, e proprio il suo legame col territorio della Sinistra Piave ha influenzato il suo pensiero in merito alla crescita e all’identità veneta, pensiero ancora oggi attuale e più che mai premonitore.
Dopo il ricordo del figlio Francesco, che ha letto alcuni articoli dal nuovissimo sito dell’associazione “Amici di Giorgio Lago”, è venuto il turno di Bepi Covre, ex sindaco di Oderzo e amico del giornalista: “Era un uomo buono, disponibile con tutti, semplice e portato alla socialità, e generoso anche nel dare la sua amicizia”.
“Ha sempre valorizzato la nostra identità – ha proseguito Covre – era orgoglioso di essere veneto, trevigiano e razzapiave, senza mai entrare nel conflittuale. Con lui ho condiviso un bel periodo negli anni ’90, un periodo di prosperità e speranza”.
La presentazione del libro di Francesco Jori, altro amico di Lago nonché giornalista di lunga esperienza, è stato il tema centrale della serata: con la narrazione di oltre 3.500 anni di storia, l’autore ha minuziosamente cercato di raccogliere in un unico testo le ricerche e le teorie che negli anni si sono succedute senza mai arrivare ad una versione definitiva.
Il libro, definito dal sindaco Cescon come “obbligatorio nelle aule di scuola” ha aperto anche un interessante dibattito sull’autonomia: attraverso l’analisi storica del Veneto, dove vi sono evidentissime tracce di volontà di indipendenza ed autogoverno, Jori ha asserito che “Il “fai da te” è nel dna dei veneti, in ogni cosa: c’è desiderio di fare, anche per quanto riguarda l’associazionismo in cui il Veneto è primo per numero di volontari.
“Con questo libro si ha la percezione che nella storia dei Veneti ci siano dei caratteri identitari – ha concluso il sindaco – e uno di questi è l’amore per l’indipendenza, il voler avere il proprio futuro in mano. Se i veneti avessero consapevolezza delle qualità dei veneti stessi il Veneto potrebbe andare molto più lontano, considerando che già ora è molto distante”.
(Fonte: Thomas Zanchettin © Qdpnews.it).
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