Rai 1 nel monastero con la badessa più giovane d’Italia. “Qui si vive il senso dell’attesa”

La badessa del monastero di San Giacomo, madre Aline, protagonista su Rai Uno

Rai 1, con il programma “A Sua Immagine”, è entrato nel Monastero cistercense di San Giacomo di Veglia, vero testimone di vita contemplativa. La rubrica “Le Ragioni della Speranza” con don Giordano Goccini e due giovani, Elena e Giorgia, ieri pomeriggio 16 dicembre ha fatto tappa proprio a Vittorio Veneto, dove la clausura ha trovato il modo di essere aperta alla comunità e al mondo.

La puntata era incentrata sul Vangelo di questa terza domenica di Avvento: “Giovanni Battista fissa dei confini alla sua identità – ha esordito il conduttore -: un po’ come le monache in queste mura, che sembrano rinchiudere e invece aprono a una vera identità, quella di chi sta nella compagnia di Dio”.

La prima monaca ad apparire sullo schermo è stata la priora suor MariaPaola Dal Zotto, che ha raccontato la genesi della clausura di San Giacomo di Veglia, “all’apparenza un’antica villa contadina”: “È una struttura del Settecento, di cui sono rimaste solo le due barchesse – ha spiegato -. Non era nata per essere un monastero. La nostra comunità venne fondata nel 1212 a Belluno, dove rimase fino al 1909”.

Sono tre i pilastri della vita delle monache: “Preghiera, lavoro e vita comunitaria” ha detto suor Dal Zotto. “La vita di un monastero è plasmata da tante vicende storiche – ha sottolineato don Goccini -, come se fosse levigata dagli eventi anche contraddittori della storia, eppure è in questo continuo scontro che c’è la crescita di una forza spirituale donata a tutto il mondo”.

E poi l’incontro con madre Aline Pereira Ghammachi, 39 anni, la badessa più giovane d’Italia: “San Benedetto nella sua Regola raccomandava all’abate di ascoltare sempre la voce del più giovane del monastero, perché spesso Dio parla attraverso i giovani – ha detto don Goccini -. Qui però le monache hanno fatto molto di più, perché hanno eletto la più giovane come badessa”.

“Com’era la sua vita prima del monastero, in Brasile?”, le ha chiesto una delle due giovani: “Non mi piace dire che era normale, perché così sembra che la vita di adesso sia anormale. Facevo quello che mi piaceva, uscivo con gli amici, studiavo, frequentavo la parrocchia, anche come chierichetta. Non mi mancava niente, ero felice anche lì”.

Sguardo radioso e sorridente, madre Aline ha raccontato la vicenda della sua vocazione, scoperta durante una messa appena 15enne ma “rimandata” al tempo dopo la laurea in Business Administration: “Finita l’università ho preso in parola i miei genitori, e così nel 2005 mi hanno portato in Italia per un’esperienza di un anno. Poi sono rimasta qui, e dal 2018 sono badessa”.

Che cosa ci dice oggi la spiritualità cistercense? “Siamo chiamati a dare testimonianza pur da dentro le mura del monastero – ha detto suor Aline -. La fede ci dice che con la preghiera la luce va al di là delle mura e raggiunge il mondo intero”.

Entusiaste le due giovani che hanno partecipato alla puntata: “Sono rimasta colpita dalla storia di madre Aline, che ha atteso per comprendere e maturare la sua vocazione”, ha osservato una di loro.

Quindi, la scoperta delle attività concrete con le monache dentro il monastero, dove vengono coltivati l’aloe, l’orto – inserito anche in un progetto con un’associazione di ragazzi con difficoltà -, e la vigna, da cui ricavano un’etichetta di Prosecco biologico; le suore producono anche miele, particole, creme e olii essenziali.

“L’attesa è un tempo particolare – ha concluso don Goccini a proposito del brano evangelico -: è una postura di tutto il nostro cuore e della nostra vita. Ci chiede di essere liberi, leggeri, puri. Giovanni propone il battesimo, ci chiede di rendere dritta la via e di operare la giustizia. Viviamo questi giorni prima del Natale in attesa di qualcosa di nuovo. Qui nel monastero si vive davvero l’attesa”.

Il commento di madre Aline sulla puntata

“Credo che la puntata abbia messo in risalto il motivo per cui abbiamo abbracciato questa vita, cioè il Signore Gesù – commenta soddisfatta la badessa madre Aline -. Ci siamo radunate per vedere insieme e il senso di gioia era molto grande tra noi, perché credo che sia passato il messaggio giusto, dove la preghiera, lo stare insieme e le nostre attività convergono al centro che è Cristo”.

E rispetto al suo ruolo, nel quale rimane la più giovane d’Italia: “L’impegno da parte mia c’è ma non posso non dare il merito anche alla mia comunità – sottolinea –. Senz’altro la nostra unione e l’aiuto vicendevole mi danno la forza di portare avanti questa missione, per loro e per la Chiesa“.

Sui messaggi emersi nella puntata, “Il senso dell’attesa non è altro che la speranza di ricevere il Signore nella nostra vita – osserva – Questo è il senso dell’Avvento, il tempo forte proposto dalla Chiesa per tutti i cristiani. Don Giordano ha precisato perché siamo nella terza settimana dell’Avvento, detta anche Domenica della Gioia, gioia perché si avvicina l’arrivo del Bambino e questo fa aumentare l’attesa! A dire il vero, vedendo anche le puntate precedenti sugli altri Monasteri, quello che ci distingue è solo il carisma, che nel nostro caso è cistercense, ma la vocazione in sé si assomiglia molto”.

“Vorrei augurare a tutti la gioia dell’attesa del Signore che presto verrà – conclude madre Aline -. Buon cammino e buon Natale”.

(Foto: fermi immagine Rai Uno).
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